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Pene pesantissime a 8 anni e 11 mesi di carcere per riciclaggio e appropriazione indebita aggravata

Nuzzi: “Giustizia di Dio è sopra la sentenza degli uomini e oggi segna il pugno di ferro di Francesco"

Sentenza storica in Vaticano. L'ex presidente dello IOR, Angelo Caloia e l'ex avvocato dell'Istituto per le Opere di religione Gabriele Liuzzo sono stati condannati a 8 anni e 11 mesi di reclusione per i reati di riciclaggio e appropriazione indebita aggravata, e a pagare una multa di 12.500 euro. Il processo era iniziato il 9 maggio 2018. Nella sentenza letta dal presidente del tribunale Vaticano Giuseppe Pignatone, si stabilisce che Lamberto Liuzzo, figlio di Gabriele, è stato condannato a 5 anni e due mesi e al pagamento di una multa di 8 mila euro. I tre imputati sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. Il tribunale ha disposto anche la confisca delle somme già sequestrate sui conti correnti degli imputati, e ha disposto il risarcimento allo IOR e allo Sgir di circa 23 milioni.
Gli avvocati di IOR e Sgir avevano chiesto un risarcimento provvisionale di circa 35 milioni di euro. Per una parte dei 29 immobili di proprietà dello IOR venduti tra il 2001 e il 2008 il tribunale ha assolto Caloia e Liuzzo dall'accusa di peculato o di appropriazione indebita aggravata per insufficienza di prove o perché il fatto non sussiste e anche Lamberto Liuzzo dall'accusa di autoriciclaggio. I 29 immobili, elencati durante la sentenza, si trovano principalmente a Roma (via Bruno Buozzi, via Boezio, via Emanuele Filiberto, via Portuense, via della Pineta Sacchetti, viale Regina Margherita, via Aurelia, via Casetta Mattei, via Traspontina, via del Porto fluviale, ecc), nella provincia di Roma (Frascati e Fara Sabina), ma anche a Milano (Porta nuova), Genova (piazza della Vittoria). La somma di approssimativamente 23 milioni che gli imputati devono restituire a IOR e Sgir, in attesa che il danno reale sia quantificato in sede di distinto processo civile, sono stati calcolati a titolo di danno economico, danno morale e danno reputazionale allo IOR e allo Sgir.
Gli imputati (tutti assenti) erano: Angelo Caloia, 81 anni, presidente dello IOR dal 1989 al 2009 difeso dagli avvocati Domenico Pulitanò, Rosa Maria Palavera; l'avvocato Gabriele Liuzzo, 97 anni e suo figlio Lamberto, 55, difesi dagli avvocati Fabrizio Lemme, Francesca Guerriero, Anna Palazzi. Le parti civili erano: IOR, rappresentato dal direttore generale Gianfranco Mammì, difeso dagli avvocati Alessandro Benedetti, Roberto Lipari, Marcello Mustilli; Sgir (Società Gestione Immobili Roma), rappresentata da Gianfranco Mammì in qualità di consigliere di amministrazione, avvocati Roberto Lipari, Marcello Mustilli, Alessandro Benedetti. Ha presieduto il processo il presidente del tribunale Vaticano Giuseppe Pignatone, ex procuratore capo di Roma, affiancato da Venerando Marano, Carlo Bonzano. A inizio udienza è intervenuto il Promotore di giustizia Vaticano, Gian Piero Milano, che, dopo un periodo di assenza ha affermato: "Questa aula mi è mancata". "La mia assenza può aver determinato qualche rallentamento, spero di no", ha aggiunto esprimendo "vivo apprezzamento perché - ha detto - mi risulta che il giudizio sia stato molto approfondito e sia stato condotto con grande scrupolo da parte di tutti" tanto da essere, pur essendosi svolto nel "microsistema" e nel "minimo Stato" del Vaticano, un "processo destinato a restare nella storia".


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Piazza San Pietro dall'alto


“Messaggio alla Curia, sentenza farà eco allo IOR”
Il giornalista Gianluigi Nuzzi, autore di grandi libri sul vaticano e padre dell’inchiesta “Vaticaleaks”, ha preso con “sorpresa” la sentenza. Non tanto per la condanna "per l'entità della pena" che ha definito ad AdnKronos “pesantissima”. “Mi stupisce l'entità. In Italia non si infliggono otto anni per questi reati. Nella condanna, Nuzzi ha detto di intravedere anche "un messaggio molto interno alla Curia e farà eco anche allo IOR considerato come entità a sé rispetto ad altri dicasteri. Questo vuol dire che non si guarda in faccia nessuno". Provocatoriamente, il giornalista scrittore si è chiesto: "Se ci fosse stato presidente un sacerdote gli avrebbero dato la stessa pena?". Nuzzi riflette sul nuovo corso della giustizia vaticana: "Questa è la prima sentenza del nuovo corso che ha visto rafforzare l'Ufficio del Promotore di giustizia da parte del Papa, che ha visto l'appesantimento di alcuni reati e che ha visto la compravendita del Palazzo di Londra come prima inchiesta di iniziativa interna. Oggi la prima sentenza di un processo che da una parte è stato molto lento, Caloia è stato a bagnomaria per anni, dall'altra parte fa vedere che non si trasforma una fabbrica di armi in una serra di fiori in pochi mesi". Quanto all'ex presidente dello IOR, oggi 81enne e che ha già annunciato ricorso in appello, Nuzzi ha osservato: "Caloia è stato per venti anni uomo di equilibrio all'interno dello IOR; prese l'eredità di Marcinkus però ha lavorato in un mondo in cui all'epoca - come laico - contava poco rispetto al sistema interno. Quando arrivò c'era il riciclaggio con la tangente Enimont e lui nemmeno lo vide. Oppure lo vide ma non lo denunciò". "Chi si attendeva una sentenza mite - ha osservato ancora Nuzzi - ha avuto la linea dura di Bergoglio che viene interpretata e accolta essendo lui il monarca assoluto. E' un segno importante, Caloia è accusato di avere svenduto l'ottanta per cento del patrimonio dello IOR ma la giustizia di Dio è sopra la sentenza degli uomini e oggi segna il pugno di ferro di Francesco. Da una parte si utilizza ancora un codice vetusto, lo Zanardelli, che risale all'unità d'Italia, dall'altra il gesuita - ha detto Nuzzi riferendosi a papa Francesco - si fa sentire con la sua giustizia".


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Il giornalista, Gianluigi Nuzzi


Caloia, l’economista che raccolse il testimone di Marcinkus
Ma chi è Angelo Caloia? Nato nel 1938 a Càstano Primo (nel milanese), Caloia è un economista, banchiere, accademico e politico. Professore ordinario di Economia politica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è stato presidente dell'Istituto per le Opere di Religione dal 1989 al 2009. È coniugato con quattro figli. Dopo la laurea in Economia e Commercio presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1963), ottiene la specializzazione negli Stati Uniti d'America, presso l'Università della Pennsylvania (1967). Dopo aver fatto ritorno in Italia, insegna nelle università statali di Torino (1976-1984) e di Milano (1984-1991) sino al momento in cui viene chiamato alla cattedra di Economia politica presso l'Università Cattolica di Milano. All'attività scientifica affianca un'intesa attività nella dirigenza bancaria: negli anni ottanta e novanta è presidente del Mediocredito Lombardo, membro dell'Abi e vice presidente del nuovo Banco Ambrosiano. Si impegna, inoltre, nella attività socio politica locale nelle file della Democrazia Cristiana: per quasi vent'anni sarà sindaco di Castano Primo e giungerà ad essere segretario regionale lombardo del partito. È per quasi vent'anni presidente del Centro Sociale Ambrosiano. Nominato presidente dello Ior nel 1989, succede all'arcivescovo dei misteri Paul Casimir Marcinkus. Lascerà l'incarico nel 2009 sostituito da Ettore Gotti Tedeschi. Il 6 dicembre 2014 Caloia viene indagato dal Promotore di giustizia del Tribunale del Vaticano per peculato. A seguito dell'inchiesta, pur dichiarandosi estraneo ai fatti contestati, rassegna le dimissioni dalla presidenza della Veneranda fabbrica del Duomo di Milano e dalla presidenza del Consiglio di Amministrazione dell'Almo Collegio Borromeo. Ieri la sentenza pesantissima di primo grado che lo condanna a 8 anni e 11 mesi.

Foto © Imagoeconomica

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