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L’ex presidente dell’Ars Gianfranco Micciché ieri è stato convocato dal sostituto procuratore Giovanni Antoci, per dire quanto a sua conoscenza circa la droga comprata dallo chef, nonché suo amico, Mario Di Ferro, che si trova ai domiciliari con l’accusa di spaccio. Un'audizione durata tre ore in cui il magistrato ha ripercorso tutte le 15 cessioni di droga che vengono contestate a Di Ferro e che emergono dall'inchiesta della Squadra mobile e della Sisco. L'ex forzista, per anni delfino di Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi in Sicilia, non è indagato, ma solo un testimone. Se dovesse essere indagato in futuro il reato potrebbe essere quello di peculato, per aver comprato droga con l’auto blu (grazie al nuovo regolamento dell'Ars che gli consente di usare l'auto blu anche nella vita privata). Un aspetto dell'inchiesta su cui la Procura sta indagando in sinergia con la Guardia di Finanza.

Oltre a Miccichè la Procura ha sentito come testimone anche Giancarlo Migliorisi, già capo della segreteria tecnica del presidente dell’Ars nonché cliente di Villa Zito. A differenza dell'ex presidente dell'Ars, Migliorisi ha ammesso di aver acquistato cocaina dallo chef. "Nel corso dello svolgimento dell’attività di polizia giudiziaria — ha scritto il gip Antonella Consiglio —. Migliorisi ha ammesso immediatamente di avere comprato tre dosi di cocaina da Di Ferro, corrispondendogli il prezzo di 300 euro, ed ha chiarito poi le modalità con le quali aveva effettuato l’ordine dello stupefacente acquistato”. Migliorisi "ha rappresentato di avere telefonato a Di Ferro, chiedendo di riservargli un tavolo per tre persone per il pranzo - si legge nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Mario Di Ferro -. Questo era stato, in realtà, un messaggio in codice per ordinare tre dosi di cocaina”. "Ho detto che avrei voluto pranzare con tre presone al ristorante. Era un riferimento al numero di dosi che intendevo acquistare", ha riferito Migliorisi. Nel corso di quell’audizione, Migliorisi aveva anche detto di "avere acquistato cocaina da Di Ferro, sebbene sporadicamente, e di non sapere nulla in merito alle fonti di approvvigionamento del predetto indagato".

Oggi spetterà allo chef Di Ferro presentarsi in Procura per essere interrogato dal giudice per le indagini preliminari. A Repubblica l’avvocato del pusher, Claudio Gallina, ha anticipato che Di Ferro "è pentito di quello che ha fatto, nei mesi scorsi ha iniziato un percorso di recupero. Ma non era uno spacciatore, ha solo fatto un favore a qualche amico: si tratta di quattro, cinque persone. Non ci ha guadagnato niente”. Chi fossero questi "amici" però, ha detto di non averne parlato col suo assistito.

Foto © Imagoeconomica

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