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Questa barba non la taglio fino a quando non avrò verità e giustizia per mio figlio. Ho fatto un giuramento sulle bare di mia nuora e di mio figlio”. A parlare a “Di buon mattino”, su TV2000, è Vincenzo Agostino, padre dell’agente di polizia Nino Agostino assassinato dalla mafia (e non solo) assieme alla moglie incinta Ida Castelluccio il 5 agosto ’89 a Villagrazia di Carini.
Vincenzo e sua moglie Augusta Schiera, scomparsa quattro anni fa, rappresentano da decenni le battaglie per la verità e la giustizia dei famigliari delle vittime innocenti di mafia. Hanno percorso qualsiasi strada pur di ottenere giustizia dallo Stato per il quale il loro figlio ha sacrificato la vita.
È un problema di libertà e di dignità. Vincenzo con Augusta ne sono stati coraggiosi testimoni. È stata una resistenza in tutti questi anni per lottare per il diritto alla verità - ha detto Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera intervenuto in collegamento -. Sono stati veramente grandi, bravi, generosi. Hanno avuto ostacoli, pregiudizi, momenti di grande difficoltà con persone che cercavano di remare contro. C’è ancora molta strada da fare, ma non dobbiamo assolutamente dimenticare che l’80% dei familiari delle vittime innocenti di mafia in Italia non conosce la verità o ne conosce solo una parte. Non è possibile in un Paese come il nostro, culla della civiltà, che non si abbiano verità su delle violenze criminali mafiose. È una responsabilità e un impegno che chiediamo di assumersi a tutti: dalla politica, alla magistratura, alle forze di polizia. C’è chi in queste istituzioni non ha lavorato come avrebbe dovuto”.


ciotti luigi agostino tv2000


Assieme a Vincenzo Agostino è intervenuto in studio anche suo nipote Nino Morana. Il giovane studente palermitano da anni accompagna il nonno per fare memoria attiva di suo zio e di sua moglie. “È un’eredità pesante - ha commentato Nino -. Nel corso della mia vita mi è sempre stato detto che ho il compito e il carico di portare avanti la storia di mio zio. Mi sono reso conto dell’importanza, anche storica, della vicenda di mio zio e dei miei nonni fin da subito. Anche passeggiando per la città di Palermo al fianco di mio nonno, osservando quanta gente lo salutava e lo ammirava. Fin da piccolo quindi compresi che si trattava di un compito che nel tempo sarebbe spettato a me portare avanti”. “Da quando è venuta a mancare mia nonna Augusta il mio impegno ha assunto anche un’eredità morale - ha aggiunto -. Con mio nonno giro tutta l’Italia per incontrare ragazzi nelle scuole. E quando do la mia testimonianza spesso concludo i miei interventi invitando i presenti di farsi carico anche loro di un pezzettino della storia dei miei nonni e dei miei zii. Così che non sono solo io l’erede di Nino Agostino, ma tutta Italia. E ius questa lotta siamo tutti insieme a chiedere verità e giustizia”.


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Nino Morana, nipote di Vincenzo Agostino


Lo scorso 5 ottobre c'è stata la conferma della condanna all'ergastolo in appello per l'altro autore del delitto, il boss Nino Madonia, che si celebrava con il rito abbreviato. E, salvo imprevisti, il 9 novembre avrà inizio la requisitoria nel processo sulla morte del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, che vede imputati il boss dell'Acquasanta, Gaetano Scotto, accusato di duplice omicidio aggravato in concorso e Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento. L’attività istruttoria è giunta alle ultime battute. E il sogno di Vincenzo Agostino di potersi tagliare la barba e i capelli a poco a poco si avvicina.

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