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di AMDuemila
Intervistato da “La Repubblica” il fondatore dell’associazione Libera contro le mafie

“Diremo no alla mafia. E sì al nostro futuro. Perché lo Stato sta facendo la sua parte. Ma ora tocca a noi”. E’ così che don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha annunciato, intervistato da “La Repubblica", la manifestazione che raccoglierà la cittadinanza di Foggia, le associazioni, le forze sindacali, gli studenti, gli amministratori e il mondo della chiesa il prossimo 10 gennaio visti i gravi episodi legati alla criminalità organizzata foggiana. “Libera da tempo è in quelle terre, combatte, lotta, ma c’è bisogno di tutti. Quello di Foggia, del Gargano, è un territorio complesso, negato, inesplorato. - ha detto il prete - E soprattutto sottovalutato, nonostante il grido di aiuto di alcuni magistrati, delle forze di polizia che da sempre combattono i clan. Per troppo tempo li abbiamo lasciati soli”. Secondo don Ciotti si è venuti a conoscenza della potenza della mafia foggiana dalla strage di San Marco in Lamis nel 2017: “In quel momento molti hanno preso coscienza della particolarità di questa mafia, che ha caratteristiche tremende di violenza e sfregio. Nessuno ha potuto più dire che non sapeva. Ma si è arrivati in ritardo, molto in ritardo”. Già dall’inizio del 2020 ci sono state episodi criminali di grave entità, come auto e negozi saltati in aria e tra l’altro l’uccisione di un uomo. Per questo motivo è “necessaria una risposta dell’intera comunità. Lo Stato, come dimostra l’intervento dell’altra notte, sta facendo la sua parte. - ha spiegato il presidente di Libera - Ma c’è bisogno di un abbraccio collettivo. Dobbiamo smettere di pensare che non sia una questione che ci riguarda: noi siamo cittadini di quella terra. La comunità deve chiamarsi Italia. Noi tutti dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Ecco perché abbiamo voluto convocare questa manifestazione”. E poi ha aggiunto: “Saremo a Foggia per abbracciare i familiari delle vittime di mafia, per non lasciare soli chi ha avuto il coraggio di denunciare. E ci saremo, con tutte le altre associazioni, con chiunque voglia essere accanto a noi per testimoniare la nostra vicinanza alla magistratura e alle forze di polizia”.
Don Ciotti ha poi spiegato che anche a livello politico ci deve essere una risposta: “Deve battere un colpo. Perché, come sempre, è fondamentale accanto al contrasto criminale quello sociale e culturale. La lotta alle mafie è anche la lotta per una giustizia sociale.
Serve mettere in agenda parole come lavoro, casa, servizi. Ma anche la politica ha bisogno di noi cittadini. Per questo occorre non essere complici attivi delle mafie”.
In conclusione, il prete ha spiegato che c’è una “grande speranza” a Foggia, ma questa “bisogna trattarla con cura. Perché i giovani ci chiedono non soltanto conto delle cose che accadono ma ci chiedono anche di poter contare. Il nostro compito deve essere quello non soltanto di ascoltarli ma anche di dare loro spazio. Stanno crescendo tante piante belle: la chiesa ha preso posizioni importanti, l’esempio di Libera è seguito da molte associazioni. La speranza è lì. Ora è il momento di vederla per strada”.

Foto © Imagoeconomica

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