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clandestino-otranto-webAffonda un gommone che trasportava clandestini. Sette i dispersi. Arrestato il presunto scafista
di Antonio Nicola Pezzuto - 20 giugno 2012
Tragedia dell’ immigrazione sulle coste del Salento. Un altro viaggio della speranza che, molto probabilmente, termina con la perdita di vite umane. I clandestini viaggiavano a bordo di un gommone di 5 metri di lunghezza, con carena in vetroresina e due tubolari laterali gonfi d’ aria, quando sono naufragati al largo di Santa Maria di Leuca.

Si sono salvati in quattro, mentre in sette risultano dispersi. I superstiti sono stati accompagnati e ricoverati nel centro di prima accoglienza «Don Tonino Bello» di Otranto. Stando alle dichiarazioni dei sopravvissuti il gommone sarebbe partito lo scorso 18 giugno dal porto di Alexandropolis, sull’ Egeo, spinto da due motori di 150 e 125 cavalli. Lo scafista avrebbe seguito la rotta servendosi di una carta nautica, ma su di essa, non erano segnate le secche che, squarciando il fondo in vetroresina e il tubolare avrebbero causato la tragedia al largo di Torre Vado. Secondo le prime ricostruzioni l’ imbarcazione, denominata “Marta” (come riportano i caratteri greci sulla fiancata), sarebbe colata a picco a circa sei miglia dalla costa, nonostante le condizioni del mare in quel momento fossero discrete. Gli uomini a bordo si sono buttati o forse sono caduti in mare. Quattro di loro, sapendo nuotare, hanno cercato di mettersi in salvo cominciando a fare le prime bracciate nel disperato tentativo di raggiungere la costa, senza essere consapevoli di quanto fosse lontana. Fortunatamente sono stati notati da un peschereccio di ritorno da una battuta di pesca notturna che ha immediatamente allertato la Guardia Costiera. I naufraghi hanno raccontato di non essere da soli e di avere lasciato altri compagni aggrappati all’ imbarcazione. Subito sono scattate le operazioni di ricerca nella zona circostante, e ci sono volute ben otto ore per individuare lo scafo quasi completamente inabissato, con la sola prua bianca ancora visibile in mezzo al mare.
La Guardia Costiera di Gallipoli ha coordinato le operazioni di soccorso che sono proseguite ininterrottamente. Sono state impiegate due motovedette , un gommone e un aereo ATR42 della Guardia Costiera, un elicottero della Marina Militare partito dall’aeroporto di Grottaglie, due motovedette e un gommone della Guardia di Finanza. Solo i mezzi aerei hanno interrotto le attività di ricerca al calare del buio.
Tra i sette dispersi vi sono quattro giovani algerini e tre afgani, due di loro minorenni, e un uomo di mezza età.
Fortunatamente si sono salvati tre algerini 17enni, che hanno svelato al pm della Procura di Lecce Elsa Valeria Mignone chi fosse lo scafista del gommone che era tra loro, e che sperava di restare impunito spacciandosi anche lui per un disperato. Ma per Saoud Gamal, 41enne di origini tunisine, le cose non sono andate come lui si augurava. Dovrà, infatti, rispondere di naufragio colposo e favoreggiamento all’ immigrazione clandestina, ma anche di omicidio colposo plurimo, considerato che le possibilità di ritrovare vivi gli altri naufraghi sono ormai ridotte al lumicino.
I superstiti beneficeranno di un regolare permesso di soggiorno per avere collaborato con la giustizia.
Una traversata lunga 24 ore, ma il viaggio dei disperati sarebbe cominciato via terra, dall’ Afghanistan. Raggiunto il porto greco, si sarebbero imbarcati facendo rotta verso le coste salentine. Da qui avrebbero dovuto raggiungere Roma e poi il Nord Europa. Tremilacinquecento euro il costo del viaggio verso il Salento, circa ottomila euro il prezzo per una destinazione come la Danimarca. Tanto hanno pagato questi uomini per inseguire il sogno di una vita migliore.
Nel frattempo, come già detto, proseguono le ricerche dei dispersi.
Il Procuratore Cataldo Motta ha chiarito tutti i particolari dell’ operazione nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la sala conferenze della Questura di Lecce, dove ha sede l’ Ufficio Immigrazione. Insieme a lui il pm Elsa Valeria Mignone, il Questore di Lecce Vincenzo Carella ed esponenti dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto e della Polizia. Vale a dire di tutte le forze dell’ ordine che quotidianamente, nel Salento, sono alle prese con il problema dell’ immigrazione clandestina.
«Non c’ è da stare allegri, oggi, perché se da un lato siamo riusciti ad assicurare alla giustizia lo scafista, dall’ altro dobbiamo purtroppo contare le persone che il mare ancora non ci ha restituito. Ci hanno riferito due superstiti quello che ormai costituisce un po’ la regola, l’ esigenza, cioè, di negare la partenza dalla Grecia alle forze di polizia. E di dichiarare, invece, la partenza dalla Libia. Così non è in realtà, anche se il viaggio è durato un tempo sproporzionato dal porto della Grecia fino alle coste pugliesi. Lo scafista navigava molto lentamente, servendosi di una cartina nautica, per cui questo ha potuto contribuire ad un errore di rotta, portando il natante sulle secche dello Ionio in prossimità delle coste salentine».
Queste le significative ed amare parole del Procuratore Capo Cataldo Motta.

Nella foto: clandestino soccorso dagli uomini della Guardia Costiera

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