di AMDuemila
Per la Corte d’Appello “l’opzione processuale per il rito abbreviato neutralizza il pericolo di inquinamento probatorio”
L’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, è stato scarcerato. L’ex paladino dell’antimafia è stato condannato nel maggio scorso a 14 anni di carcere, tre anni e mezzo in più rispetto alla richiesta della pubblica accusa, nell'ambito del processo che lo vedeva accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Inoltre, Montante ha avuto l'obbligo di dimora ad Asti, dove ha sede una delle sue attività imprenditoriali. Secondo l'accusa, rappresentata dal procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone e dai pm Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso, l’imprenditore sarebbe stato a capo di un 'cerchio magico' per ottenere notizie riservate. Coinvolti nel processo anche rappresentanti delle forze dell'ordine.
La Corte d’Appello di Caltanissetta ha, dunque, accolto l'istanza che era stata presentata nei mesi scorsi dai legali di Montante, gli avvocati Giuseppe Panepinto e Carlo Taormina. Secondo la Corte “l’opzione processuale per il rito abbreviato neutralizza il pericolo di inquinamento probatorio - hanno scritto i giudici - Avuto riguardo al tempo decorso dall'inizio dell'esecuzione della misura cautelare deve considerarsi attenuato il rischio di recidivanza sia sotto il profilo dell'attualità che sotto quello della concretezza”.
I legali dell'industriale hanno presentato la richiesta più volte, anche al Tribunale del Riesame, ma fino a ieri era stata sempre bocciata. A fine marzo inizierà il processo di secondo grado, dopo la condanna a 14 anni in primo grado. "La scarcerazione consentirà ad Antonello Montante di partecipare attivamente al processo d’Appello - ha spiegato l’avvocato Panepinto - La Corte d’Appello ha ritenuto che non ci siano più le esigenze cautelari anche in considerazione del decorso del tempi. Quindi si è affievolito il rischio di reiterazione del reato”.
Appena pochi giorni fa, è stata emessa una sentenza di fallimento per le aziende astigiane Msa e Htm, entrambe di proprietà dell'industriale. Il tribunale di Asti ha giudicato "insufficienti le garanzie presentate dal gruppo siciliano per ottenere la revoca del commissariamento e anche del fallimento".
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