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quel terribile 92di Francesca Mondin - Video
L'anno 1992 si apre con le condanne in Cassazione del maxi processo, per la prima volta vengono messi alle sbarre centinaia di mafiosi. Poco dopo scoppia Tangentopoli. In Italia si respira aria di riscatto ma quel profumo di cambiamento viene presto ammorbato dal puzzo di tritolo e fumo che più di tutti gli altri fatti segnano quella stagione in Italia: a distanza di 27 giorni avvengono le stragi contro i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Un anno “particolare”, come lo ha definito Aaron Pettinari, giornalista e autore di “Quel terribile '92” dove raccoglie 25 voci di “gente non addetta ai lavori” ma personaggi pubblici, artisti, cantanti e comici che condividono riflessioni e pensieri per provare a raccontare quell'anno.
Anche per "l'Europa è un anno particolare - ha ricordato ieri Pettinari alla presentazione del libro a San Benedetto del Tronto - perché si apre una stagione nuova: lo scoppio della guerra in Bosnia, la nascita dell'Unione Europea, la fine dell'Apartheid o la definitiva dissoluzione dell'Urss maturata alla fine di dicembre del 1991”.
Le narrazioni raccolte in questo libro “vogliono essere una sorte di memoria collettiva - ha spiegato l'autore - per tramandare quella stagione e le sensazioni dei cittadini dell'epoca anche ai giovani che allora non erano nati o che, come me, erano solo bambini”.
In quest'opera di “recupero della memoria” viene restituito uno spaccato storico e sociale da qui emerge anche un'indifferenza diffusa sulle tematiche della mafia. Flavio Tranquillo, già allora importante giornalista, - ha detto Pettinari - mi racconta che il nome Giovanni Falcone all'epoca non gli dice nulla, tanto che quando viene a sapere dell'attentato si stupisce ma non si scandalizza e continua la serata con gli amici come se nulla fosse”. Tra le pagine c'è chi invece si impegna da subito e scende in piazza comeManuel Agnelli che vive a Milano e racconta del sostegno che decide di dare dagli uomini del pool di Mani puliti che venivano attaccati”. C'è poi chi come Fiorella Mannoia vive quelle stragi come la fine di una rivoluzione di una speranza e quando apprende la notizia “non vuole crederci”.



Questo e molto altro ancora “fa parte del vissuto del nostro paese e fa riflettere sul concetto di consapevolezza che c'era ieri come oggi - ha detto il giornalista - ad un certo momento forse abbiamo vissuto veramente la rivoluzione ma è durata il tempo di un sospiro perché oggi siamo nella situazione di prima”. Basti pensare “agli interventi legislativi richiesti da Falcone e applicati solo dopo la strage di via d'Amelio che nel tempo si è poi cercato di annullare”.
Sono diverse le riflessioni che scaturiscono da “Quel terribile '92” ed è proprio questo che l'autore si augura di stimolare nel lettore: “E' importante farsi delle domande, chiedersi perché ad un certo punto la strategia stragista si ferma, ad esempio, o cosa intendeva dire Riina con: 'Bisogna fare la guerra per poi fare la pace'”. O perché “sale al potere poco dopo Berlusconi con Forza Italia, e nella sentenza di condanna per concorso esterno in associazione mafiosa di Marcello Dell'Utri (tra i fonatori del partito) è scritto che Dell'Utri è stato il tramite del patto di protezione fra l'imprenditore Berlusconi ed esponenti mafiosi, un patto andato avanti dal 1974 al 1992”.
Essere attenti e farsi delle domande “senza delegare la ricerca della verità solo alla magistratura” perché “questo - ha evidenziato Pettinari - è ciò che ci permette di capire la direzione che sta prendendo il Paese” e solo così si può evitare “che certe cose, come le bombe di via D'Amelio e Capaci si ripetano visto che ci sono pentiti che parlano del tritolo pronto per un nuovo attentato contro il magistrato Nino Di Matteo”. Finché “non capiamo che mafia coinvolge tutti noi - ha concluso l'autore - non saremo mai veramente liberi”.

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