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 MG 0927Giudice Luparello: “Un libro con valenza processuale”
di Francesca Mondin - Fotogallery
Sono passati 25 anni da “Quel terribile '92” in cui furono trucidati dalle bombe di Cosa nostra i due magistrati antimafia più famosi per l'epoca: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Anni in cui non sono bastati i processi e le indagini fatti fin ora per avere una verità completa su quanto accaduto. Ma la ricerca della verità è, come ha ricordato Aaron Pettinari, ieri alla presentazione del suo libro “Quel terribile '92” a Porto Empedocle, “una responsabilità che interessa ognuno di noi” per “poter guardare al futuro”. Si può allora “cercare assieme di comprendere cosa è accaduto in quegli anni mettendo assieme i pezzi - ha detto l'autore - recuperando una sorta di memoria collettiva” per restituirla a chi quel periodo non l'ha vissuto. E questo, nel libro di Aaron Pettinari, che raccoglie 25 voci di “persone non addette ai lavori” si respira a pieni polmoni. “In questo percorso, fatto assieme agli intervistati, abbiamo scoperto come il ’92 è un anno pazzesco in cui oltre alle stragi accade di tutto dentro e fuori l’Italia” ha detto il caporedattore di ANTIMAFIADuemila. Da tangentopoli, ai trattati di Maastricht, dalla guerra in Bosnia dopo oltre 50 anni di pace in Europa, alla fine dell'apartheid. Episodi che possono sembrare distaccati, ma nel contempo “sono legati da un unico filo rosso” per l'Italia ad esempio “con le stragi abbiamo la fine della prima repubblica e della Dc, si può dire quindi che nel sangue di Falcone e Borsellino nasce la seconda Repubblica”.
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E' interessante vedere come nei racconti dei non addetti ai lavori, ha raccontato Pettinari, emergano le sensazioni e i pensieri dell'opinione pubblica dell'epoca. Dalla “percezione delle tensioni e dei contrasti all'interno della magistratura di Palermo contro Falcone e Borsellino quando erano vivi” di Fabio Tranquillo alla “sensazione di paura, terrore e forte tensione sottolineata da Vauro Senesi e altri”. Testimonianze queste che trasferiscono al libro un importanza non solo storico sociale ma anche “storico giuridica e processuale - ha detto Graziella Luparello, giudice a latere nel processo Capaci bis e ter, intervenuta assieme al padre Carmelo, all'evento - perché muniscono di spessore la contestazione processuale” del Capaci bis e ter.
quel terribile 92Processi nei quali “è stata contestata l'aggravante di terrorismo - ha spiegato la giudice - in questo caso terrorismo mafioso”. “A contestazione - ha aggiunto la Luparello - non è un dato solo processuale ma si invera in quelle testimonianze di sentimenti di paura che sono stati percepiti in maniera forte dai personaggi che hanno rilevato le loro paure in questo libro”.
Un libro quindi che chiama alla partecipazione e riflessione collettiva, senza individualismi ma anzi accogliendo anche i diversi punti di vista. “In questo agire insieme credo e spero che tutti noi usciremo arricchiti - ha detto Pettinari - proprio perché fare memoria della storia credo sia un aspetto fondamentale per riuscire, non solo a capire il nostro presente ma cercare di capire il nostro futuro”.
Un futuro nel quale “certi fatti non devono ripetersi” ha concluso l'autore riferendosi ai magistrati come Nino Di Matteo, Roberto Scarpinato, Nicola Gratteri, Giuseppe Lombardo e altri che oggi sono minacciati con condanne a morte e intimidazioni”.

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