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alfano-sonia-c-castolo-gianninidi Aaron Pettinari e Francesca Mondin - 14 novembre 2014
Intervista a Sonia Alfano, ex presidente della commisione speciale CRIM
Sonia Alfano, a Palermo si è tornati a respirare un nuovo clima di tensione con le nuove minacce nei confronti del pm Nino Di Matteo e gli altri membri della Procura. Come leggere questo momento?


Questo clima particolare si respira da diversi mesi e questi segnali sono ovviamente inquietanti perché sono minacce che hanno come unico obbiettivo quello di destabilizzare soprattutto dal punto di vista psicologico per spingere i destinatari a fare dei passi indietro.
Io però sono convinta che le persone vittime di questi segnali continueranno a fare il proprio lavoro come hanno fatto fino ad oggi perchè non si può cedere a questo tipo di minacce.

Cosa bisognerebbe rispondere secondo lei a questi tentativi di destabilizzare un lavoro delicato come quello che sta svolgendo la procura di Palermo?

Innanzitutto l’attenzione non deve scemare e tutte le autorità che sono preposte alla sicurezza ed alla vigilanza devono continuare ad attivarsi  così come hanno fatto in passato. Inoltre la società civile si deve rendere conto che è necessario schierarsi, bisogna avere coraggio ed essere più presenti. Nulla deve essere dato per scontato tanto più in un contesto come quello odierno in cui sembra essere tornati indietro di oltre 20 anni.



A lanciare l’allarme attentato, a quanto pare, è stato un boss, Vito Galatolo, direttamente dal carcere. Si leggono altre notizie di lettere inviate alla Procura di Caltanissetta, sempre da parte di carcerarti, che vorrebbero parlare delle stragi del ’92-’93.  E’ come essere di fronte ad un nuovo fermento carcerario. Lei che è stata tra le prime a parlare del protocollo farfalla, quando ancora veniva negata l’esistenza, come legge questa situazione, c’è il rischio depistaggio?

Per quanto riguarda il Protocollo Farfalla sono convinta c’è ben altro sotto, non è stato l’unico protocollo stipulato per interessi ben lontani dalla voglia di verità e giustizia. I vari segnali che arrivano dalle carceri sono dei segnali a cui va data la giusta attenzione. Bisogno però capire e selezionare le persone che hanno da dire qualcosa di reale e concreto. In un contesto come questo, dove sembra che ci stiamo avvicinando alla verità un po’ tutti cercano di salire sul carro, alcuni per avere un riscontro personale, altri perché vogliono depistare, offuscare la verità.
Io sono certa, perché ne ho conoscenza diretta, che alcuni personaggi di primissimo livello che sono al 41bis e che farneticano hanno come unico interesse il depistare le indagini in corso.

In passato lei ha avuto anche modo di parlare direttamente con Bernardo Provenzano crede che fosse realmente intenzionato a collaborare?

Per quella che è stata la mia esperienza diretta con Bernardo Provenzano come ho sempre detto, la mia impressione è stata che Provenzano sia stato messo a tacere.

Come commissario straordinario dell'Ato Trapani 2 Belice Ambiente adesso si occupa di rifiuti, qual è la situazione qui in Sicilia?
Purtroppo c’è una grande superficialità sull’argomento e non solo da parte di alcuni amministratori. Anche in Sicilia abbiamo terre dei fuochi ma siamo ancora in tempo per salvare in extremis la situazione ed estromettere gli affaristi che negli anni si sono arricchiti con la spazzatura. Non potrò mai scordare quanto mi disse il camorrista Bidognetti: “I rifiuti per voi sono inutili, per noi sono l’oro”. Se partiamo da questo concetto credo che diventi importante dal punto di vista politico e istituzionale bisogna comprendere l’imminente pericolo che corriamo. Questo discorso non vale solo per la Campania. Anche la Sicilia sta vivendo una situazione drammatica. Qui da noi vengono a scaricare rifiuti anche altre Regioni. A Trapani stiamo intervenendo e qualcosa già sta cambiando ma la strada è lunga e riguarda anche altre zone della Regione. Anche di questo ho parlato in Commissione antimafia le scorse settimane ed ho denotato una certa attenzione a riguardo...

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