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Minacciata candidata al consiglio comunale

Scambio elettorale politico mafioso, attentati ai diritti politici del cittadino, associazione di tipo mafioso, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione.
Sono questi i reati che secondo la Direzione Investigativa Antimafia sono stati commessi a vario titolo da 18 persone (due finite agli arresti domiciliari) raggiunte poi da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli.
La misura cautelare è stata notificata a sedici soggetti tra cui il sindaco di Melito di Napoli Luciano Mottola, 38 anni, eletto nel 2021 alla guida di una coalizione di centrodestra, il presidente del Consiglio comunale Rocco Marrone, 38 anni, e il consigliere comunale Antonio Cuozzo, 25 anni. Arresti domiciliari invece per due persone tra cui il consigliere comunale Massimiliano Grande, 50 anni.
Secondo gli inquirenti la criminalità organizzata voleva inserirsi nelle elezioni del sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale di Melito di Napoli. Il Gip ha ritenuto che, allo stato, dalle indagini siano emersi gravi indizi sull'esistenza di un accordo già per il primo turno di votazioni, svoltosi il 3 e 4 ottobre 2021, tra esponenti della criminalità organizzata operante in quel territorio - clan Amato Pagano - ed alcuni rappresentanti della coalizione a sostegno del candidato sindaco Marrone Nunzio (quest'ultimo non indagato) che avrebbero accettato la promessa, da parte dei referenti dell'organizzazione criminale, di procurare alla coalizione ed allo stesso candidato sindaco i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti ad esso legati e dei residenti del rione popolare destinatari di pressioni ed intimidazioni, in cambio dell'erogazione di somme di danaro e di altre utilità nonché della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell'associazione camorristica. "In questa fase - riferisce la Dia - sarebbe stato persino impedito l'esercizio dei diritti politici di una candidata al consiglio comunale costretta, con gravi minacce, quali l'allontanamento dall'abitazione o la chiusura dell'esercizio commerciale, a svolgere campagna elettorale non per sé ma per un candidato dell'opposta coalizione gradito al clan". Nel corso delle indagini sono, altresì, emersi episodi di compravendita di voti di consiglieri comunali in occasione delle elezioni (di secondo livello) per gli organi della Città metropolitana svoltesi il 13 marzo 2022. Sono stati, inoltre, individuati gravi indizi su alcuni episodi estorsivi posti in essere dagli affiliati al clan.

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