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Ospite della manifestazione “Borgo della lettura”, il procuratore capo di Catanzaro spiega la nuova ‘Ndrangheta 3.0

Come per altre tragiche occasioni, la ‘Ndrangheta sta aspettando che la guerra in Ucraina finisca. In questo momento, le mafie ucraine sono scappate dalla loro terra e sono qui da noi: non sono rimaste in Ucraina a combattere contro i russi invasori. Dovete sapere che, tendenzialmente, i mafiosi sono dei vigliacchi, sono codardi che uccidono alle spalle e creano ‘tragedie greche’ per isolare o per far uccidere una persona”. Lo ha detto pochi giorni fa il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal palco appositamente allestito per la manifestazione “Borgo della lettura”, l’evento di rilievo culturale che si è svolto nel comune di Gerace, in provincia di Reggio Calabria. Gratteri, autore del libro “Fuori dai confini. La 'Ndrangheta nel mondo” (ed. Mondadori), scritto insieme ad Antonio Nicaso, uno dei massimi esperti del fenomeno ‘ndranghetista nel mondo, durante l’evento ha spiegato che avvenimenti drammatici come le guerre, oltre a rappresentare una condizione favorevole per i Paesi occidentali, intenzionati a svuotare i propri arsenali da armi divenute ormai vecchie e obsolete, costituiscono un'opportunità straordinaria anche per le mafie, dal momento che possono acquistare armi come se fossero all'interno di un “Outlet”. “Subito dopo la guerra nell’ex Jugoslavia - ha ricordato Gratteri - abbiamo visto la ‘Ndrangheta andare in Bosnia per comprare fucili kalashnikov, Bazooka ed esplosivo al plastico C-4. Quando finisce la guerra - ha proseguito - si è disposti a tutto pur di dare da mangiare ai propri figli, anche a vendere le armi” alla ‘Ndrangheta. Ecco perché è “insensato mandare armi senza pensare al dopo, quando le mafie andranno lì per comprare”. Intervenuto in videoconferenza, Nicaso ha spiegato la capacità in seno alla ‘Ndrangheta di riuscire a “coniugare una dimensione locale, ancora molto forte, con una dimensione globale”. Si tratta di “un'organizzazione criminale che oggi è presente in almeno 50 Paesi del mondo”, grazie alla sua capacità di riprodurre in altri Paesi lo stesso “meccanismo che l’ha resa forte in Calabria e nel resto dell’Italia”. La 'Ndrangheta ha saputo sfruttare bene le sue abilità, riuscendo ad infiltrarsi in ambienti politici, dell’imprenditoria e “in tutto quello che oggi ruota attorno alla finanza, anche digitale”. Tutti aspetti che hanno trasformato la 'Ndrangheta in un’organizzazione criminale “particolarmente moderna”.

'Ndrangheta 3.0
Ma, tra le attività che hanno rafforzato il ruolo della ‘Ndrangheta all’estero - ha spiegato Gratteri - c’è anche la sua attitudine al riciclaggio di denaro attraverso professionisti che, “in cambio di denaro”, sono disposti a “fare riciclaggio sofisticato”. “Sui giornali, per esempio, non si parla dell’Austria”. In questo Paese c’è “un segreto bancario spaventoso; la ‘Ndrangheta riesce a riciclare bene”, ma di questo “nessuno ne parla”. Da recenti indagini “abbiamo visto che la 'Ndrangheta ha assunto anche degli hacker tedeschi per fare riciclaggio. E’ riuscita ad effettuare, in pochissimi minuti, grandi transazioni economiche in diversi punti del mondo”. Oggi, mentre noi parliamo, “la ‘Ndrangheta è in grado di costruire Bitcoin, tantissimi, anche qui in Calabria. Ma c'è un problema - ha spiegato - i cartelli sudamericani non vogliono essere pagati con monete virtuali”. Questi cartelli vogliono essere pagati in “dollari oppure in euro”. Dietro tutto questo c’è un sistema solido e stabile: “Abbiamo documentato come agenzie in Spagna, in cambio di una provvigione del 5%, possono fare arrivare i soldi in Sudamerica”. Per questo motivo, in Italia, Paese dove non si investe in sicurezza e istruzione, “oltre ad assumere poliziotti, carabinieri e finanzieri, abbiamo bisogno anche di ingegneri informatici e hacker che sono in grado di arrivare nei server difficili da ‘bucare’”.

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