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Il boss Domenico Paviglianiti è stato arrestato il 3 agosto a Madrid. Secondo gli investigatori "ha avuto un ruolo di prim'ordine nel corso della cosiddetta seconda guerra di mafia, quando, insieme ad altre famiglie di 'Ndrangheta della provincia di Reggio Calabria, aveva appoggiato la cosca De Stefano nella sanguinosa faida con quella dei Condello. Paviglianiti è stato catturato dalla Polizia Spagnola (Udyco Central) e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bologna, coordinati dal Procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, e dai sostituti Roberto Ceroni e Michele Martorelli, in collaborazione con Eurojust e in stretto raccordo con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia (progetto Ican e team Enfast). Il latitante, nato a San Lorenzo di Reggio Calabria, 60 anni, era destinatario di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti di 11 anni, 8 mesi e 15 giorni, emesso il 21 gennaio scorso dalla procura, per i reati di associazione di tipo mafioso, omicidio e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Paviglianiti è ritenuto dagli inquirenti un elemento apicale dell'omonimo casato 'Ndranghetista, tuttora operante nei comuni di San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri (Reggio Calabria) con ramificazioni nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, e nel Sud America per la gestione del traffico interazionale di stupefacenti ed era già stato condannato all'ergastolo (pena in seguito sostituita in quella della reclusione nella durata di trenta anni) per una serie di omicidi, associazione di tipo mafioso e reati concernenti gli stupefacenti, commessi a partire dagli anni '80. La complessa e articolata attività investigativa avviata nel mese di gennaio 2021 scaturisce dal nuovo provvedimento emesso dalla procura felsinea nei confronti del Paviglianiti. La misura, in particolare, scaturisce da un ricorso in Cassazione promosso dalla stessa autorità giudiziaria, che aveva rilevato un antecedente erroneo calcolo della pena tale da consentire a Paviglianiti di essere rimesso in libertà nell'ottobre del 2019. In quell'occasione lo stesso aveva lasciato l'Italia e aveva trovato rifugio in Spagna approfittando di uno strutturato circuito relazionale in quel paese, consolidatosi attraverso i traffici illeciti gestiti. Le attività investigative sono ancora in corso.

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