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congiusta gianluca 500Lo ha deciso Corte Cassazione senza disporre nuovo processo
di AMDuemila
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna all'ergastolo inflitta al boss di ‘Ndrangheta Tommaso Costa per l'omicidio del commerciante Gianluca Congiusta, ucciso a Siderno in un agguato il 24 maggio del 2005.
La Corte aveva già annullato la condanna una prima volta, rimandando gli atti ad una nuova sezione della Corte d'assise d'Appello di Reggio Calabria che aveva confermato nuovamente
l'ergastolo. Adesso è giunto l'annullamento definitivo. La Corte d'Appello dovrà comunque tornare a pronunciarsi su Costa per determinare la pena di una condanna per associazione mafiosa, traffico di droga e tentata estorsione passata in giudicato ma non definita nella pena perché inglobata nell'ergastolo. Congiusta, commerciante di telefonia mobile, venne ucciso con un colpo di fucile da caccia sparatogli al volto. Movente dell'omicidio, secondo l'accusa, il tentativo dell'uomo di sventare una tentata estorsione ai danni del suocero.
Costa, principale imputato del processo nato dall’inchiesta “Lettera morta” del 2007 coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo, oggi in servizio a Catanzaro, è stato definitivamente assolto dalla Suprema Corte “per non aver commesso il fatto”.
Secondo le ricostruzioni della Dda la vicenda si intreccerebbe con le rivalità tra le cosche dei Costa ed i Commiso. Nel dicembre 2003 i genitori della ragazza di Congiusta ricevettero una lettera anonima, che sarebbe stata scritta dal boss che avanzava richieste estorsive e minacce di morte. Consegnata la busta a Gianluca, stando sempre alla ricostruzione degli investigatori, quella lettera sarebbe arrivata proprio nelle mani dei Commisso. Secondo l’accusa è in quel momento che Costa avrebbe deciso di uccidere l’imprenditore di Siderno, proprio per non far scoprire a Commiso tentativo di scissione. Nonostante la mole di prove (da quelle testimoniali alle intercettazioni) la Corte di Cassazione ha deciso di assolvere il boss della Locride.
Dopo la decisione della Cassazione è grande l’amarezza tra i familiari di Gianluca. Il padre, Mario Congiusta, da anni combatte per la ricerca della verità. Nel 2014, per protesta, aveva anche restituito la tessera elettorale al ministro della Giustizia Andrea Orlando, dopo aver scritto anche all’ex premier Matteo Renzi senza ottenere alcuna risposta. Ed oggi commenta: “Non sono stato io a dire che l’assassino di mio figlio fosse Tommaso Costa ma ben 4 gradi di giudizio. Finché non leggeremo le motivazioni è difficile da capire in base a quali deduzioni sia stata presa questa decisione”. “È una sconfitta dello Stato - ha poi aggiunto - non è possibile che gli assassini ci siano e non vengano trovati”. Anche la figlia di Mario, Roberta, appresa la sentenza della Cassazione sull’omicidio del fratello, su Facebook ha scritto: “Oggi il dubbio che essere onesti sia inutile diventa certezza. Oggi Luca lo hanno ucciso per la seconda volta, oggi niente ha più senso…oggi siamo morti tutti!”.

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