di Roberto Galullo
Il 6 settembre il capo della Procura di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho ha detto, nel corso di in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, una serie di cose assolutamente condivisibili che le animelle calabresi hanno preso come un affronto.
Alcuni politici, alcuni intellettuali e alcuni imprenditori (mah!), hanno preso cappello e, chi più chi meno, chi con distinguo, chi con distacchi dialetticamente contorti, hanno rigettato le accuse.
Qualcuno si è spinto a ricordare che la Calabria è la madrepatria di menti illuminate della cultura, dell’arte, della Politica, della scienza e via di questo passo, omettendo di dire che quelle menti illuminate si rivolterebbero nella tomba se vedessero lo strazio che è stato fatto della loro genialità e omettendo di scrivere che la loro eredità è stata ignobilmente dissipata in pochi anni.
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La solitudine in Calabria di Servitori dello Stato come Cafiero de Raho e i depuratori di Reggio per il ''genere a disposizione''
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