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La prima sezione della corte d'assise di Palermo ha condannato all'ergastolo Corrado Spataro, per un omicidio avvenuto a Partinico (Palermo) il 13 luglio 2007 nell'ambito dell'esecuzione mafiosa in cui ha perso la vita Giuseppe Lo Baido. Lo stesso Spataro, assieme al fratello Domenico, è stato invece assolto dall'accusa di avere commesso un altro assassinio, ossia quello che - il 2 settembre 2011, sempre a Partinico - ha visto cadere Giuseppe Cusumano, 34 anni, pregiudicato. I due fatti di sangue, secondo l'accusa, rappresentata dai pm Dario Scaletta e Federica La Chioma, sono stati provocati da propositi di vendetta per l'omicidio di Maurizio Lo Iacono, sorvegliato speciale di 34 anni ucciso il 2 marzo 2005 a Partinico (Palermo) mentre era a bordo della sua auto. Il collaboratore di giustizia Sergio Macaluso, fratello naturale della vittima, avrebbe agito assieme a Francesco Lo Iacono (poi a sua volta deceduto), nipote di Maurizio, e con la complicità dei due fratelli Spataro. Nell'inchiesta - che era una ramificazione dell'operazione Talea scattata nel 2017 contro gli esponenti dei mandamenti mafiosi palermitani di Resuttana e di San Lorenzo - i carabinieri si erano avvalsi della collaborazione di Macaluso e del contributo di un altro pentito, Domenico Mammi, già suo braccio destro. Le dichiarazioni dei due coincidevano a proposito del delitto Lo Baido, ma non per quel che riguardava l'eliminazione di Cusumano. Le supposizioni fatte da Macaluso hanno trovato riscontro anche nelle intercettazioni effettuate durante le indagini, svolte prima della decisione del mafioso di Resuttana di collaborare con gli inquirenti.

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