di AMDuemila
Regge anche in secondo grado l’impianto accusatorio del processo “Gotha 4”, scaturito dopo l’omonima operazione scattata nel 2013 a seguito delle indagini dei pm della Dda di Messina Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo sui nuovi rampolli della mafia barcellonese. Dopo una lunga camera di consiglio, ieri in tarda serata, il presidente della Corte d’appello Lazzara ha letto la sentenza: 21 condanne (nove conferme) e quattro assoluzioni.
Nello specifico le condanne sono state: Santo Alesci 9 anni; Salvatore Bucolo 8 anni e 2 giorni; Giuseppe Antonino Treccarichi 6 anni e 8 mesi; Antonio Scordino 7 anni, 8 mesi e duemila euro di multa; Stefano Rottino 10 anni; Francesco Pirri 10 anni e 8 mesi; Lorenzo Mazzù 10 anni; Carmelo Perroni 6 anni e 8 mesi; Antonino Mazzeo 7 anni; Salvatore Italiano 5 anni; Massimo Giardina 6 anni; Vito Vincenzo Gallo 7 anni e 8 mesi; Alessandro Crisafulli 11 anni e 8 mesi; Domenico Chiofalo 7 anni, 2 mesi e 2.000 euro di multa; Salvatore Bucolo 8 anni e 2 giorni; Carmelo Crisafulli 6 anni e 8 mesi; Salvatore Artino 5 anni e 4 mesi; Salvatore Campisi 13 anni (concessa l’attenuante dell’art. 8 per avere collaborato), Aurelio Micale 6 anni e 8 mesi; Carmelo Mazzù 6 anni e 4 mesi; Gianfranco Pirri 7 anni e 8 mesi.
Mentre non hanno retto le accuse del primo grado per Alessandro Artino, Antonino Bagnato, Gianni Calderone e Maurizio Sottile, tutti assolti.
Nell’operazione “Gotha 4”, che azzerò i nuovi assetti della mafia barcellonese, vennero arrestate 35 persone indagate per associazione mafiosa, estorsione, rapina, omicidio, detenzione di armi e munizionamento. Alla base delle indagini ci sono le dichiarazioni di Carmelo Bisognano, boss dei barcellonesi “Mazzaroti”, Santo Gallo, Salvatore Campisi e Salvatore Artino oltre alle denunce delle vittime del racket che decisero di ribellarsi.
Grazie ai collaboratori di giustizia i carabinieri riuscirono a far luce sui nuovi assetti storici del sodalizio e su due tentati omicidi ai danni del capo mafia Carmelo Giambò, avvenuti il 22 agosto 2010 e il 3 marzo 2011. Centrale nelle indagini anche l’omicidio di Ignazio Artino, avvenuto il 12 aprile 2011 a Mazzarà Sant’Andrea, un agguato che secondo l’accusa segnò il tentativo dei nuovi “rampolli” di farsi spazio nel territorio di Terme Vigliatore e Mazzarà S. Adrea.