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montana-cassara-c-letizia-battagliaIl poliziotto ucciso dalla mafia, seguiva le indagini anche nel tempo libero
di AMDuemila - 28 luglio 2015
“A Palermo siamo poco più d'una decina a costituire un reale pericolo per la mafia. E i loro killer ci conoscono tutti. Siamo bersagli facili, purtroppo. E se i mafiosi decidono di ammazzarci possono farlo senza difficoltà”, così aveva dichiarato dopo l’uccisione del giudice Rocco Chinnici. Beppe Montana aveva 34 anni quando è stato ucciso, il 28 luglio di trent’anni fa. Per l'occasione a Catania (città d'adozione di Montana) i giovani dell'orchestra Falcone Borsellino oggi ne ricorderanno la storia e il valore in due momenti: uno alle 18 davanti alla lapide della Questura, l'altro alle 18.30 in piazza Duomo, dove l'orchestra eseguirà un concerto di musica classica. Le iniziative avevano già preso il via domenica (organizzate da Libera con il patrocinio del Comune di Catania), e culmineranno nella giornata di oggi con la messa nella Chiesa dei Minoriti. In mattinata la tradizionale raccolta di sangue in piazza Santa Nicolella, mentre alle 18 nel Cortile Platamone avrà luogo il convegno "La memoria libera il futuro" che avrà un' introduzione dell'orchestra Musicainsieme di Librino.

Commissario della squadra mobile di Palermo (il suo primo incarico dopo essere entrato in polizia) Montana si dedicava alle indagini anche durante il tempo libero utilizzando la propria auto. Era amico e stretto collaboratore del vice questore Antonino “Ninni” Cassarà e aveva diretto le operazioni che avevano portato agli arresti di molti boss mafiosi. Nell’ultima irruzione, avvenuta il 24 luglio a Bonfornello, nel palermitano, Montana aveva arrestato un boss latitante e altri due importanti mafiosi, insieme ad altri sette affiliati.
Durante la loro ricerca (aveva catturato, tra gli altri, gli assassini di Dalla Chiesa e Chinnici, e condotto numerose indagini con Borsellino e Falcone) il poliziotto scopre raffinerie di droga, depositi di armi, indaga nelle vicende del Palermo calcio e della compravendita degli esami nelle scuole pubbliche.
Dopo soli tre anni da quando era diventato commissario, appena quattro giorni dopo l’ultimo blitz (nel quale era convinto di aver interrotto una riunione della cupola mafiosa, con personaggi non ancora conosciuti) Montana viene ucciso a colpi di pistola da due sicari che gli piombano alle spalle, mentre si trovava al mare con gli amici e la fidanzata. A soli dieci giorni di distanza vennero assassinati anche gli amici Ninni Cassarà e Roberto Antiochia. Cassarà dirigeva la sezione investigativa della squadra mobile, mentre Antiochia era tra i suoi migliori investigatori, tornato a Palermo in ferie per i funerali di Montana.
Per l’omicidio sono stati condannati all’ergastolo Totò Riina, Michele Greco, Francesco ed Antonio Madonia, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Raffaele e Domenico Ganci, Salvatore Buscemi, Giuseppe e Vincenzo Galatolo.
Insieme a Ninni Cassarà e Calogero Zucchetto, Montana aveva contribuito alla redazione del famoso “rapporto dei 162”, che rappresentò il primo serio tentativo di costruire una mappa aggiornata dell´organigramma degli aggregati mafiosi e dei nuovi equilibri in via di definizione dopo l´inizio dell´ultima guerra di mafia. Gli indiziati erano il boss Michele Greco insieme ad altri 161 affiliati, legati tra loro e sparsi in diverse famiglie della città e della provincia, facenti riferimento ai capimandamento e ai capi della Commissione.

In foto: il commissario Beppe Montana, a sinistra, e il vice questore Ninni Cassarà, a destra
© Letizia Battaglia

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