Era stato fermato dopo un'intervista a Servizio pubblico
di AMDuemila - 25 aprile 2015
Assolto "perché il fatto non costituisce reato". Così Vincenzo Scarantino, il falso pentito protagonista del depistaggio sulla strage di via d'Amelio vede cadere definitivamente l'accusa di violenza sessuale per cui era stato arrestato dalla polizia di Torino la notte tra il 30 ed il 31 gennaio 2014 dopo avere partecipato a una puntata della tramissione di Michele Santoro, “Servizio Pubblico” dove aveva raccontato come era stato costretto dagli investigatori a mentire per denunciare persone innocenti per la strage in cui persero la vita Borsellino e gli uomini della sua scorta. La Squadra mobile lo attese appena fuori dagli studi televisivi al termine del programma e così era tornato in carcere. Scarantino, che è imputato per calunnia nel processo Borsellino Quater, era accusato di avere violentato, nel novembre 2013, una ragazza, con problemi psichici, ospite di una comunità del capoluogo piemontese. Scarantino viveva in quelle zone sotto falsa identità. A disporre l'assoluzione il gup Rosanna La Rosa. Scarantino si era sempre proclamato innocente. ““Che Dio mi accechi se io ho fatto questo schifezze – aveva detto durante un'udienza del Borsellino quater nel febbraio 2014 - Non mi sono mai permesso e voglio fare presente ai parenti delle vittime e alla corte che non ho mai commesso violenza sessuale”.
Nel processo con il rito abbreviato il sostituto procuratore Patrizia Gambardella aveva chiesto la condanna a quattro anni di carcere per violenza sessuale aggravata dall’abuso di autorità mentre il difensore di Scarantino, l’avvocato Gianluca Orlando, ne aveva chiesto l’assoluzione consegnando al gup una sentenza del tribunale di Pisa con cui un altro uomo denunciato per violenza sessuale dalla stessa vittima era stato assolto, un documento che dimostrerebbe l’inattendibilità della denuncia della ragazza. Il gup ha quindi assolto il “falso pentito” perché il fatto non costituisce reato anche se per capire completamente il perché della decisione si dovranno attendere le motivazioni della sentenza.
In foto: Vincenzo Scarantino in uno scatto d'archivio