Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

miccoli-fabrizio-0di AMDuemila - 15 maggio 2013
Continuano le indagini su Fabrizio Miccoli, capitano del Palermo. Questa volta la Dia ha intercettato il calciatore rosanero mentre telefonava a Francesco Guttadauro, nipote del boss latitante Matteo Messina Denaro. “Non venire agli allenamenti, ci sono gli sbirri nuovi” è la frase riportata sulle pagine di Repubblica. Miccoli e Guttadauro si conoscevano bene, tant'è che il nipote della primula rossa è stato ospite del calciatore nella sua casa di Lecce.
Non è la prima occasione in cui il capitano del Palermo finisce al centro di un'indagine per le sue cattive compagnie. Recentemente infatti sono state registrate delle conversazioni tra il calciatore e Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa Antonino Lauricella, detto “Scintilluni”. Da tempo, infatti, la Dia teneva d'occhio Lauricella junior per arrivare al padre capomafia, latitante dal 2005 e infine arrestato l'anno scorso mentre passeggiava tra le vie del mercato di Ballarò a Palermo.
Il filone investigativo, di cui si occupa il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, riguarda quattro schede telefoniche già intestate ad altri clienti, che il Miccoli si sarebbe fatto dare dal gestore di un centro Tim. Una di queste viene data a Lauricella junior che avrebbe ricevuto l'incarico, da parte del capitano del Palermo, di recuperare dei crediti per conto di una società. Per questo Miccoli è finora indagato solo per accesso abusivo a sistema informatico.

Tuttavia le sue frequentazioni con Mauro Lauricella e Francesco Guttadauro, nonostante entrambi non debbano rispondere di alcun reato, contribuiscono ad alimentare dei sospetti. Già nel dicembre scorso i rapporti del calciatore rosanero con la famiglia della Kalsa divennero di dominio pubblico: a confermare le assidue frequentazioni tra il calciatore e il figlio del boss, anche il fatto che quest'ultimo avrebbe ricevuto da Miccoli diversi regali in denaro. “Miccoli è un bravissimo ragazzo e non sapeva niente della mia situazione familiare. L'ho conosciuto tramite il calcio perchè io gioco pure” si era giustificato al tempo Mauro Lauricella.
Una serie di casualità che però potrebbe portare a pesanti conseguenze. “Leggo allibita sulla stampa le notizie relative alle intercettazioni che coinvolgono il capitano del Palermo, Fabrizio Miccoli, il quale avrebbe addirittura avvisato telefonicamente il nipote del boss latitante, Matteo Messina Denaro, della presenza di ‘sbirri nuovi’ allo stadio. A parte il fatto che non è la prima volta che il nome del calciatore rosanero viene accostato a quello di personaggi legati al mondo della malavita, mi chiedo come sia possibile che l’idolo di tanti ragazzi, il leader di una squadra di calcio, possa prestare il fianco a situazioni del genere, quando invece dovrebbe dare un esempio ben diverso ai giovani”. Ha commentato duramente Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea. “Miccoli dovrebbe essere già in Procura a chiarire la sua posizione, se non avesse nulla da temere. E invece resta in silenzio. Perché tace? Dica piuttosto da che parte sta, se dalla parte dei boss o dalla parte della legalità, se da quella delle Partite del Cuore oppure no. O forse non può dire nulla perché teme salti fuori dell’altro? Abbandoni questo silenzio che, visto il quadro gravissimo che emerge dalle indagini della Dia, potrebbe destare sospetti ancora più seri. Dica come stanno veramente le cose, perché tanto la verità, prima o poi, viene sempre a galla”.

ARTICOLI CORRELATI

Calcio e mafia: quando il boss si avvicina al calciatore

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos