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In tasca al boss un biglietto sugli appalti in Sicilia
di AMduemila - 25 ottobre 2010
Agrigento.
Mentre la Procura di Palermo si appresta a trasmettere al ministro di Giustizia Angelino Alfano la richiesta di applicazione del carcere duro per il boss Gerlandino Messina, è fissata per domani mattina l’udienza di convalida dell’arresto del boss agrigentino per il reato di detenzione illegale di armi da fuoco davanti al gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto.


Sempre domani sarà interrogato anche Calogero Bellavia, il presunto fiancheggiatore che avrebbe curato la latitanza del padrino. Secondo gli inquirenti Bellavia non avrebbe agito da solo; insieme a lui ci sarebbero altri tre indiziati che sono stati denunciati all’autorità giudiziaria.
Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori anche quattro pizzini scritti a macchina trovati in tasca al latitante al momento dell’arresto con la descrizione delle opere pubbliche che si faranno presto in Sicilia e la lista delle aziende da contattare. Nel covo di Favara sono stati rinvenuti molti documenti che gli investigatori ritengono importanti per le indagini. In particolare, in un biglietto indirizzato al capomafia trapanese Matteo Messina Denaro, su cui vige il massimo riserbo, il boss agrigentino avrebbe cercato di avvicinarlo in merito agli accordi sulla spartizione territoriale della “messa a posto” suggerendo una sorta di suddivisione per aree della gestione del pizzo alle imprese. Il Messina, contrariamente alla linea di Giuseppe Falsone, grande nemico del superlatitante trapanese, stava cercando accordi con il capomafia di Castelvetrano


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