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Dopo tre anni di Commissariamenti, con la tornata elettorale del 25 febbraio 2024, il 54.1% dell’elettorato di Lona-Lases ha dato mandato al sindaco avv. Giacomelli ed alla lista da lui rappresentata di amministrare il comune per i prossimi sei anni.
L’effetto più immediato e voluto trasversalmente da quasi tutte le forze politiche e di rappresentanza categoriale del porfido è la definitiva pietra tombale sulla Commissione d’accesso. Tanto invocata dal CLP in tutte le sedi istituzionali e non. Ha prevalso l’ordine del silenzio del dimenticare quello che ancora condiziona pesantemente parte della comunità. La Commissione d’Accesso come strumento, se attivato, in pochi mesi poteva fornire quelle risposte e quei tasselli che mancano ancora per fare chiarezza sulle probabili commistioni fra la locale di ‘ ndrangheta e chi ha amministrato il comune negli ultimi venticinque anni.
Amministrazioni che hanno rappresentato gli interessi della lobby dei cavatori (canoni cava, sfruttamento dei lavoratori, dissesto ambientale). Conflitto di interessi ed uno sfacciato clientelismo sono stati i canali di comunicazione tra questi soggetti che hanno impoverito la nostra comunità. Clientele che ancora oggi negano che nel comune esista un problema mafia.

Dopo che l’inchiesta “Perfido” con il relativo percorso processuale, non ancora concluso (escluso Arfuso Saverio condannato in via definitiva) ha portato alle seguenti sentenze:

- Condanna in primo grado con l’accusa di associazione mafiosa e caporalato per otto imputati. Chieste condanne fra gli otto e i dodici anni. (27 luglio 2023).

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Condanna in appello con l’accusa di associazione mafiosa per due imputati. Chieste condanne fra i sei e i dieci anni.

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Condanna definitiva in cassazione con l’accusa di “associazione mafiosa” (416 bis) per Arfuso Saverio, confermando la pena di otto anni e dieci mesi, pagamento delle parti civili di duecentomila euro ( compresi i tre lavoratori cinesi costituitisi parte civile e rappresentati dall’avv. Sara Donini con il sostegno del C.L.P.), stabilendo per la prima volta in trentino la presenza mafiosa della 'Ndrangheta, con particolare riguardo al settore del porfido.

Per dovere rispetto a queste sentenze nessuno dovrebbe permettersi di scaricare su altri le proprie responsabilità sociali, che si sono determinate nella comunità di Lona-Lases.
Siamo comunque in attesa di capire, perché il secondo troncone del processo “Perfido” (che interessa i politici, amministratori e gli allora carabinieri di Albiano), con avviso di conclusione indagini emesso nel febbraio 2023, a distanza di un anno non sia ancora in atto alcun procedimento processuale. Del resto questo riguarda tutta “l’area grigia” ovvero quell’insieme di persone con ruoli istituzionale che hanno per anni interagito con l’assetto mafioso.
Non vorremmo nemmeno pensare che si cerchi di circoscrivere “Perfido” ai soli calabresi oggi imputati e condannati. Magari aspettando la prescrizione per tutti gli altri a vario titolo coinvolti?
Per troppo tempo in valle di Cembra è stata calpestata la Costituzione, nei suoi articoli più importanti per la concretezza della vita civile. Si prenda ad esempio l’articolo 41 dove recita: “L’iniziativa economica privata” viene considerata “libera” purché non si svolga in contrasto con la utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
Per quanto riguarda alcune dichiarazioni apparse a commento del dopo elezioni a Lona-Lases da parte di politici esponenti della maggioranza di governo della provincia di Trento in merito alla volontà di modificare la legge cave che regolamenta il settore del porfido, riteniamo che sarebbe doveroso stabilire e verificare, con apposito strumento politico, dove la legge “Olivi” ha mancato rispetto alla tutela occupazionale e ai parametri che vadano ad eliminare quella “zona grigia” che ha permesso uno sfruttamento selvaggio della risorsa e dei lavoratori, alcuni dei quali hanno avuto il coraggio di costituirsi parte civile nel processo “Perfido”.

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