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"La confisca è uno schiaffo alla violenza criminale e il loro patrimonio ma l'uso sociale del bene confiscato è la migliore bonifica sociale e culturale e anche risveglio delle coscienze e rifiuto della rassegnazione e della paura". Così don Luigi Ciotti intervenuto in video conferenza alla consegna da parte della Città Metropolitana di Torino alla cooperativa assegnataria della villa di San Giusto Canavese, confiscata al narcotrafficante Nicola Assisi e ristrutturata dopo un incendio doloso del 2018 per lo svolgimento di attività a favore delle persone diversamente abili. "Un bene confiscato richiede di essere trasformato da bene esclusivo a bene inclusivo, da strumento di potere a veicolo di democrazia e qui stiamo compiendo un atto di democrazia", ha aggiunto osservando che "per eliminare la corruzione e le mafie ciascuno deve fare la propria parte e tutti dobbiamo sentire il pungolo della responsabilità che è la base di una comunità giusta e solidale perché la responsabilità è la cinghia di trasmissione tra la confisca e il bene comune". "Il 50% di beni confiscati nel nostro Paese , mobili e immobili, anche per difficoltà oggettive - ha poi ricordato don Ciotti - non sono assegnati o utilizzati. In questi anni è stato fatto un lavoro corale straordinario in Italia che dopo 25 anni chiede uno scatto ulteriore in più di impegno. La legge può essere migliorata e potenziata".

Foto © Imagoeconomica

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