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La morsa dell'epidemia di coronavirus sta ancora affliggendo l'Europa e questa persistenza purtroppo offre alle mafie un’ottima opportunità per accrescere i propri guadagni illeciti. Le mafie si sono da tempo organizzate per capitalizzare il “pre” e il “post” pandemia, poiché hanno il loro “know-how” per approfittare di qualsiasi tipologia di crisi che affligge una comunità. Seguono il virus e i suoi effetti insinuandosi ovunque ci sia da guadagnare. Le mafie italiane (in primis, la ‘Ndrangheta) hanno sviluppato notevoli capacità nell’infiltrarsi nelle economie corrompendo politici e funzionari pubblici, che sempre più spesso diventano complici, dati gli ingenti guadagni per tutti i consociati. Il commercio di mascherine, guanti, test rapidi, tamponi molecolari, prodotti medicali e farmaceutici, sono l’oggetto delle mire da parte delle organizzazioni criminali mafiose. Da tenere particolarmente sotto controllo anche tutti gli interventi d’urgenza in infrastrutture per rilanciare l'economia post-covid. A gennaio, un'operazione di polizia condotta da Europol ha portato a 120 arresti e al sequestro di 13 milioni di euro di farmaci potenzialmente pericolosi e 34.000 mascherine chirurgiche contraffatte. Simili operazioni si susseguono nel tempo ed evidenziano come laddove lo Stato non sia presente, lo spazio lasciato vuoto è riempito inevitabilmente dalle mafie. Il virus è intercontinentale e le mafie si adeguano a esso. Le legislazioni nazionali non sono più sufficienti a combattere il fenomeno. Occorrerà un’efficace legislazione “ad hoc” a livello europeo ed internazionale. Questo passo in avanti si farà soltanto nel momento in cui avremo una legislazione antimafia omogenea nei singoli Stati e nei vari paradisi fiscali dove spesso i mafiosi mettono al sicuro i loro capitali. Al momento, le organizzazioni criminali hanno un grande vantaggio: i Governi sono impegnati ad affrontare i rischi immediati per la salute cagionati dell'epidemia in corso. La lotta alla criminalità organizzata tuttavia non sembra essere una priorità degli Stati né a livello europeo tantomeno internazionale. In questo immobilismo, la mafia ha già cominciato a mettere le mani sui vaccini contro il covid. Dare vaccini a milioni di persone si sta rivelando arduo per la maggior parte dei Governi. In questo marasma le mafie sono già entrate nel business della produzione e della distribuzione di vaccini. Il loro interesse per questo settore è dovuto all'elevata domanda e alla scarsa offerta iniziale. I vaccini sono diventati il “nuovo oro trasparente” portando i clan mafiosi ad inserirsi anche nella filiera che va dalla produzione sino alla consegna. Il Primiero Comando da Capital, (PCC), la più grande organizzazione criminale del Brasile, ha stretto un'alleanza con la ‘Ndrangheta. Secondo Guarasci Mingardi, membro del Forum brasiliano di pubblica sicurezza e analista politico, dalle indagini condotte nell’inchiesta “Vacina $ 200 por dose” - dove è emerso chiaramente che tale prezzo consente ai ricchi di potersi vaccinare mentre i più poveri muoiono - emergono rapporti criminali proprio tra le anzidette organizzazioni criminali sia sulla vendita, sia sulla distribuzione dei vaccini. Questo è solo uno dei tanti casi che dimostra come le organizzazioni criminali in accordo con le autorità sanitarie usano le tangenti per riuscire a piazzare i loro prodotti in luogo di prodotti maggiormente convenienti presenti sul mercato. I mafiosi hanno già sfruttato la pandemia per accedere in modo fraudolento alle misure di sostegno economico e stanno sorvegliando i miliardi che l'Italia si è assicurata dal Recovery Fund dell'Unione europea. Nell'attuale fase pandemica, le organizzazioni criminali hanno orientato i loro interessi verso qualsiasi settore dove fosse possibile lucrare, partendo proprio dalle diverse misure di sostegno economico ordinate dal Governo, sino ad arrivare alle risorse future che saranno garantite dal Recovery Fund. Le mafie sono già organizzate alla perfezione e si adegueranno all'espansione degli effetti del virus spostandosi opportunamente in tutte quelle attività legate direttamente o indirettamente alla pandemia da Coronavirus. Gli Stati all'opposto sono ancora fermi sulla linea di partenza!

Foto © Imagoeconomica

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