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Sabato scorso a Palermo presentato il nuovo volume di MicroMega

La Costituzione, e quindi la democrazia, è sotto attacco e va difesa, senza se e senza ma, per dare un senso a tutti quelli che si sono fatti ammazzare per essa durante la Resistenza e durante la storia della Repubblica. E' chiaro il messaggio che viene lanciato da Palermo dove sabato, alle Nuove Officine Zisa (N.O.Z.). si è tenuta la prima presentazione del vol.1/2024 di MicroMega “La Costituzione e i suoi nemici”.
Un incontro, organizzato da MicroMega in collaborazione con LabDAC (Laboratorio per la Difesa e Attuazione della Costituzione), che ha visto la partecipazione di Cinzia Sciuto, condirettrice di MicroMega, Laura Di Martino (CGIL e Forum Sanità Pubblica Palermo), di Antonella Leto (Forum siciliano acqua e beni comuni), Claudio Riolo (Laboratorio per la difesa e l’attuazione della Costituzione) e Roberto Scarpinato, già procuratore generale di Palermo, oggi Senatore della Repubblica.
Proprio l'ex magistrato ha tracciato un quadro sul tempo che stiamo attraversando in cui “tutto è in gioco e rischia di essere perduto. Con un'accelerazione senza precedenti”. Un tempo della storia che potrebbe essere definito della “rivincita dei nemici della Costituzione”. E' in corso un “regolamento finale di conti tra due Italie che si sono scontrate durante tutto l'arco della vita repubblicana”.


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Chi sono i nemici della Costituzione? E' questa la domanda a cui si è cercato di dare una risposta. E Scarpinato ha messo in evidenza come, sin dagli albori della nostra Repubblica, sono sempre esistiti in quanto “la Costituzione, sin dall'inizio e per tutto il corso della sua vita non è stata condivisa da parti rilevanti delle classi dirigenti di questo Paese; dai ceti dominanti nazionali che l'hanno subita, osteggiata e in alcuni momenti hanno cercato di rovesciarla con la violenza”.

I nemici della Costituzione

Scarpinato, dopo aver ricordato l'origine della Costituzione, e il duro sforzo che fu fatto per la sua realizzazione in un'Italia che era ancora divisa in due in cui c'era ancora una parte l'Italia che aveva sostenuto il Fascismo (il Fascismo era arrivato al potere, ed era stato sostenuto dalle componenti maggioritarie dei poteri forti dell'Italia del tempo: la Monarchia, l'aristocrazia sabauda, il Vaticano, gli agrari del Nord, i latifondisti del Sud, la grande Industria) e dall'altra quella che l'aveva combattuto. Impedire il ritorno del Fascismo fu un punto cardine della nascita della Carta Costituzionale. Così è stata ricordata la necessità della divisione dei poteri, o ancora la centralità del Parlamento, rispetto a quanto avveniva in passato, come “espressione diretta della sovranità popolare che legittima il comando”.


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Roberto Scarpinato


Anche alla magistratura veniva dato un ruolo importante, statuendo la totale indipendenza della magistratura da ogni potere. “Su questo versante – ha ricordato Scarpinato – la Costituzione italiana è la più avanzata al mondo. Mentre le altre Costituzioni prevedono soltanto l'indipendenza dei giudici, la Costituzione italiana estende la garanzia di indipendenza anche ai pubblici ministeri. Giudici e pm appartengono alla stessa carriera. I Costituenti lo avevano sperimentato durante il Fascismo, e prima ancora durante la Monarchia, come mediante il controllo dei pm il Governo era in grado di condizionare i Giudici. Sono i pm che esercitano l'azione penale, che raccolgono le prove e selezionano i casi sui quali i Giudici devono poi decidere. Tramite il controllo dei pm il Fascismo aveva garantito l'impunità di squadristi, picchiatori e assassini; di potenti gerarchi corrotti. E aveva perseguitato con condanne pilotate i dissidenti politici (incarcerati o mandati al confino) tra cui alcuni degli stessi padri costituenti”.
Scarpinato ha quindi ricordato proprio come il lavoro di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici, Gaetano Costa, Mariano Amato, Vittorio Occorsio, e così via, “fu possibile non solo per le loro qualità umane e professionali, ma anche e soprattutto perché avevano le spalle coperte da una Costituzione che gli garantiva l'indipendenza nei confronti del potere politico e che quindi hanno avuto la possibilità, che in altri Paesi non hanno avuto, di esercitare il controllo di legalità anche nei confronti di tanti colletti bianchi e vertici della piramide sociale, prima considerati degli intoccabili: complici eccellenti dei mafiosi, mandanti e complici di stragisti e tanti sepolcri imbiancati che si sono arricchiti con il denaro pubblico”.


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L'intervento della condirettrice di MicroMega, Cinzia Sciuto


Scarpinato ha ricordato la “guerra senza quartiere” che fu scatenata proprio contro questa parte della magistratura “fedele alla Costituzione”, tramite “procedimenti disciplinari, penalizzazione di carriera, incessanti tentativi di delegittimazione, che durano fino ai nostri giorni e che in questi mesi, con il centrodestra che ha vinto le elezioni, hanno avuto una grande ripresa, con una imponente batteria di proposte di legge che hanno tutte un unico comun denominatore: compromettere ed imbrigliare l'indipendenza dei magistrati e ricondurle sotto il controllo del potere politico”.
Secondo Scarpinato oggi si vuole “riportare indietro l'orologio della storia ai tempi andati, nel quale il potere teneva sotto il proprio tallone la magistratura, spacciando le riforme come riforme tecniche che servono semplicemente per migliorare il sistema giustizia”. Il riferimento è al progetto della  separazione delle carriere o alla volontà di abolire l'articolo 112 della Costituzione che stabilisce “l'azione penale obbligatoria”. O ancora la volontà di attribuire alle maggioranze politiche quali processi fare prima degli altri, e la volontà di modificare l'articolo 104 che prevede la composizione del Csm.
Dopo aver evidenziato quelli che sono i principi fondanti della Costituzione l'ex magistrato ha messo in fila i vari ostacoli posti lungo il percorso dai “nemici” affinché la stessa non fosse concretamente applicata, addirittura usando l'uso della forza. Da Portella della Ginestra in poi, secondo l'ex Pg di Palermo, è stata messa in atto una strategia della tensione costante che si è sviluppata fino alle stragi dei primi anni Novanta (“L'avversione alla Costituzione, oltre che dai latifondisti e dai grandi industriali, viene condivisa anche da altri componenti del mondo del potere di allora: banchieri, armatori, palazzinari, vertici di apparati militari. Dopo la Strage di Portella della Ginestra, e la mattanza del mondo contadino, il linguaggio delle bombe, lo stragismo, la minaccia di colpi di Stato, gli omicidi politici sono stati una costante di tutta la storia repubblicana tutte le volte che si prospetterà la possibilità di formare governi progressisti intenzionati a dare attuazione alla Costituzione”).




Quindi Scarpinato ha indicato la sfilza di movimenti e gruppi neofascisti che si sono sviluppati nel tempo (Ordine Nuovo, Ordine nero, Terza Posizione, Avanguardia Nazional e altri); tutti attivi nel contrasto alla Costituzione, tanto che molti di questi hanno realizzato stragi proprio con l'obiettivo di destabilizzare il Paese. Gruppi che, ha aggiunto il senatore, nel tempo hanno anche stretto patti ed alleanze con circoli massonici e la cosiddetta borghesia mafiosa dando vita ad una serie di operazioni che hanno avuto un sostengo occulto anche dei servizi americani.


Il pericolo oggi

Se da una parte è importante conoscere la storia, sicuramente è fondamentale capire quali sono i rischi di oggi. “I nemici della Costituzione sono ancora all'opera – ha detto Scarpinato –. Se prima non hanno esitato a ricorrere a stragi ed omicidi, per sabotarla e sovvertirla, oggi vogliono raggiungere lo stesso risultato per via politica con metodi incruenti e sono decisi, ora che hanno la forza politica, a sbarazzarsi di questa Costituzione che hanno sempre vissuto come un corpo estraneo. Che per loro è un ostacolo ai loro progetti di dare vita a una società fondata sulla disuguaglianza, sullo smantellamento progressivo dello Stato sociale (vedi la sanità), sulla privatizzazione di servizi pubblici essenziali come la sanità e la scuola, e su un'organizzazione piramidale del potere statale con l'attribuzione di tutte le leve di comando alle ristrette oligarchie che già concentrano nelle loro mani il potere economico”. Il definitivo attacco “ad alzo zero” contro la Costituzione è il cosiddetto Premierato, “ricreando il sistema a piramide proprio del Fascismo, con un capo di governo che avrebbe il potere di iniziativa legislativa e metterebbe il parlamento sotto al suo tallone. Un parlamento che dovrebbe limitarsi a ratificare le leggi del Capo del Governo. Un capo del Governo che con il controllo del pm controllerebbe la magistratura. Un capo del Governo che già oggi istituzionalmente controlla i Servizi segreti; che controlla la Rai di Stato”.


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Cinzia Sciuto


E così si consuma una “truffa” nei confronti del cittadino, spacciando tutto come il trionfo della volontà popolare se si considera che in molti non vanno a votare (astensioni e schede bianche) che non si riconoscono nel Governo. Infine Scarpinato ha concluso: “La difesa della Costituzione diventa l'ultima spiaggia, il terreno elettivo della nuova Resistenza. La Costituzione non è solo la linea Maginot della Resistenza democratica, ma è anche il faro e la bussola che indica la direzione di marcia per il futuro della politica. Quando le forze progressiste si dividono alla ricerca della loro identità dovrebbero guardare alla Costituzione. Questo è il momento in cui essa deve essere bandiera e vessillo. Salvare la Costituzione significa salvare la parte migliore della nostra storia e gettare un ponte del nostro futuro. Se io ho scelto di diventare senatore è solo per tutelare e difendere la Costituzione così come avevo fatto da magistrato. E credo che ognuno di noi, in questo tempo, è chiamato a scendere e a lottare. Perché se non lottiamo in questo momento, tutti quelli che si sono fatti ammazzare per questa Costituzione avrebbero sacrificato la loro vita invano. E restituiremo questo Paese a chi questo Paese lo ha distrutto”.
Prima dell'ex magistrato anche gli altri interventi hanno evidenziato i pericoli e la necessità di una difesa collettiva dei diritti. Cinzia Sciuto ha ricordato allarmanti fatti recenti, come quelli di Acca Larentia che hanno spinto MicroMega a dedicare un volume monotematico sull'argomento “per ribadire che i valori dell'antifascismo sono pregnanti nella nostra Costituzione, oggi oggetto di un chiaro disegno di manomissione da parte di un Governo di destra che è di stampo fascista”.


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Laura Di Martino (CGIL e Forum Sanità Pubblica Palermo)


Nel contributo di Laura Di Martino si sono messe in evidenza le mancate risposte del Governo sui diritti del lavoro (“quando si chiede di cancellare la precarietà la risposta è quella di liberalizzare i contratti a termine ed i sub appalti, senza dare risposte ai giovani, ai pensionati o ai cittadini più fragili con regali agli evasori fiscali, con continui condoni”). O ancora la crisi del settore sanitario laddove “le strutture vengono trasformate in aziende e lo Stato finanzia il privato”. Quindi l'idea di incentivazione delle disuguaglianze, con il Paese diviso e frantumato con la nuova legge sull'autonomia differenziata. Da qui la proposta “di unirsi per elaborare proposte e soprattutto riportare la gente a votare, nel momento in cui il 50% della popolazione non va a votare”. Una sfida “per capire come andare avanti in una lotta contro un governo che promuove politiche che vorrebbero farci ritornare al passato”.
Della stessa idea anche Antonella Leto che ha definito la Costituzione come “modernissima” che può anche essere cambiata in alcuni punti, ma sempre mantenendo i suoi principi cardine di “uguaglianza e rispetto di tutte le diversità che compongono la società”. Un po' quello che è successo con le modifiche che furono fatte, ad esempio, all'articolo 9, che è parte dei principi fondamentali della Costituzione e al cui interno venivano già citate la tutela del patrimonio paesaggistico e del patrimonio storico e artistico della nazione). Grazie ad una riforma del 2022 questa tutela comprende anche l'ambiente, la biodiversità, gli ecosistemi e gli animali.


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Antonella Leto (Forum siciliano acqua e beni comuni)


Nello stesso anno un altro intervento è stato compiuto rispetto all'articolo 41 che, a seguito delle modifiche apportate dalla riforma costituzionale approvata, oggi recita: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Interventi necessari dal momento in cui i padri costituenti non potevano sapere tutte le problematiche che l'umanità si sarebbe trovata ad affrontare oggi, con il cambiamento climatico.
Sui rischi che il premierato potrà portare alla nostra democrazia, infine, è intervenuto Claudio Riolo. “Nel documento/appello per la difesa e l’attuazione della Costituzione, che da semplici cittadini abbiamo sottoscritto in occasione del 25 aprile, avevamo constatato che, con il governo più di destra della storia dell’Italia repubblicana, ci troviamo di fronte a un 'disegno di restaurazione autoritaria sul piano socio-economico, istituzionale e culturale, che punta, più o meno esplicitamente, a stravolgere la nostra Costituzione'. Col premierato si vuole mandare alle ortiche il principio della centralità del Parlamento. Oggi – ha avvertito - dobbiamo prendere sul serio la Meloni quando dice che questa è 'la madre di tutte le riforme'. Lei ci ha messo la faccia con la Casellati. C'è la sua firma. E far capire cosa c'è dietro a tutto questo diventa fondamentale”.


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Claudio Riolo (Laboratorio per la difesa e l’attuazione della Costituzione)


Foto © Paolo Bassani

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