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vaccaro-lauradi Giorgio Bongiovanni - 3 luglio 2013
E' davvero caldo il clima che si respira all'interno della Procura di Palermo. Nuove minacce sono giunte stavolta non nei confronti dei pm del pool della trattativa stato-mafia, ma nei confronti di Laura Vaccaro, pm che da anni si occupa di inchieste di mafia e recentemente impegnata nelle indagini sulla mafia trapanese. L'intimidazione, secondo quanto riporta La Repubblica, è giunta addirittura nell'aula della prima sezione del tribunale di Palermo durante il processo contro la cosca mafiosa di Carini. Mentre sfogliava il fascicolo il pm si è imbattuta in una lettera a lei indirizzata in cui vi erano scritte minacce di morte e in apertura un avviso: “Sappiamo dove abiti”. Sui fatti indaga la procura di Caltanissetta.
Un episodio simile era avvenuto qualche mese fa quando dal fascicolo di un altro pm, Maurizio Agnello, era saltata fuori un'altra lettera di minacce durante il processo all'ex deputato regionale Gaspare Vitrano. Gli inquirenti stanno esaminando i video di alcune telecamere del palazzo di giustizia per capire chi possa aver inserito quelle lettere nei fascicoli anche perché questi arrivano in aula sui carrelli dei commessi, generalmente dopo le 8, quando le aule sono già aperte al pubblico.

Episodi che si aggiungono alle minacce subite dai pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia. Dopo la lettera di minacce, il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza ha assegnato a Laura Vaccaro una tutela. Anche in questo caso la situazione resta allarmante anche perché al magistrato, anziché la blindata, è stata assegnata una semplice auto di servizio della Guardia di Finanza, che gestisce il servizio di tutela. La disponibilità delle auto blindate sarebbe infatti finita.
Un fatto sicuramente grave e che deve far riflettere il Governo che continuamente propone tagli alle forze dell'ordine anziché dotarle dei giusti strumenti.

Alla dott.ssa Vaccaro tutta la redazione di ANTIMAFIADuemila esprime la propria vicinanza e solidarietà nella speranza che le autorità preposte intervengano immediatamente in difesa della sua sicurezza. 

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