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Il presidente boliviano Luis Arce ha scritto una lettera a papa Francesco chiedendo l'accesso della giustizia locale agli archivi ecclesiastici riguardanti casi di pedofilia di religiosi in Bolivia. Nella lettera letta ai media dalla ministra della Presidenza, María Nela Prada, riferisce l'agenzia di stampa statale Abi, si comunica anche che la Bolivia "si riserverà il diritto di ammettere nuovi sacerdoti, in attesa di un nuovo accordo di relazioni in questa materia con la Santa Sede". "Sapendo che la Chiesa cattolica, sotto la sua guida, ha svolto indagini su episodi di abusi sessuali di bambini e adolescenti in diverse parti del mondo - scrive poi il capo dello Stato boliviano - che hanno portato all'individuazione dei presunti autori, chiedo che la nostra giustizia possa accedere a tutti gli archivi, documenti e informazioni riguardanti le denunce e le storie di abusi sessuali commessi da sacerdoti e religiosi cattolici in territorio boliviano". Questo tema, di cui da tempo si discuteva, è letteralmente esploso quando, il quotidiano spagnolo El Pais il 30 aprile ha pubblicato un servizio in cui ha rivelato gli abusi sessuali commessi dal religioso spagnolo Alfonso 'Pica' Pedraias, morto nel 2009, ai danni di 85 minori quando era direttore della scuola 'Juan XXIII' che opera nella città di Cochabamba. Dopo quella rivelazione, il superiore della Compagnia di Gesù in Bolivia ha chiesto perdono per il dolore arrecato e assicurato lo svolgimento approfondito di una inchiesta. Da parte sua la Procura a La Paz ha reso noto di aver ricevuto denunce riguardanti abusi su minori compiuti in quattro località da almeno otto religiosi.

Foto © Imagoeconomica

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