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Come ci aspettavamo il medico della dittatura uruguaiana Carlos Suzacq, sul quale pende una richiesta di estradizione, risiedendo in Spagna, ha respinto la richiesta della giustizia uruguaiana questo mercoledì, 11 gennaio. Il suo avvocato, che aveva già annunciato il rifiuto dell'uomo di 72 anni, ha dichiarato che egli non è più uruguaiano avendo rinunciato alla sua cittadinanza e che in base alla cittadinanza spagnola i delitti sono prescritti.

Suzacq è accusato da più di 10 persone di aver fornito consulenza ai militari che inflissero torture ai cittadini uruguaiani nel Regimento di Caballería Mecanizada N. 6, nel periodo della dittatura civico-militare uruguaiana.

Il medico avrebbe anche schedato più di 40 persone. Per questa ragione il procuratore specializzato in Delitti di Lesa Umanità, Ricardo Perciballe, ha sollecitato la sua estradizione affinché venga giudicato per i reati di privazione della libertà e lesioni gravi nell'ambito di una causa presentata da 17 vittime che furono detenute e torturate tra il 1972 ed il 1976.

Informazioni a livello internazionale segnalano che Suzacq si è opposto alla sua estradizione per i motivi esposti dalla difesa che aveva già fatto sì che il medico ottenesse la cittadinanza spagnola nel 1978, rinunciando a quella uruguaiana. Viene anche segnalato che in questo momento i reati di lesa umanità non esistono nel Codice Penale spagnolo, quindi potrebbero non essere attribuiti a Suzacq.

Tuttavia la Procura spagnola sarebbe d'accordo affinché il criminale venga giudicato in Uruguay dato che i reati, in questo paese, non sono andati in prescrizione.

Il medico della dittatura potrebbe essere in possesso di informazioni circa Luis Eduardo González. Questi scomparve nel dicembre del 1974 dal Reggimento di Cavalleria e solo nel 2003 si è saputo che era morto a seguito delle torture inflitte all'interno di quel presidio militare.

La causa di González fa parte del processo conosciuto come “Caso Maidanik e altri contro l'Uruguay”, una serie di cause che comprende l'assassinio delle tre giovani conosciute come 'Le ragazze di aprile', ovvero Laura Raggio, Silvia Reyes e Diana Maidanik, nonché la sparizione del militante e sindacalista Oscar Tassino.

Su questi casi la Corte Interamericana dei Diritti Umani aveva fissato in un anno il termine ultimo perché lo Stato Uruguaiano si assumesse le sue responsabilità per la sparizione di queste persone, per dare risposte alle famiglie e ha sentenziato che i reati sono imprescrittibili. L'anno è scaduto a dicembre dello scorso anno e lo Stato non ha fatto il suo dovere.

La moglie di González, Elena Zaffaroni, ha dichiarato a La Diaria che spera che i trattati tra Spagna e Uruguay che permettono l'estradizione vengano rispettati. Tuttavia lascia ad intendere che per questo “è sicuro che ci vorrà molto tempo”.

In foto: le Madri e Familiati degli Uruguaiani Detenuti Desaparecidos

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