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Gravissima situazione in Siria: per Ong perlustrato solo il 5% delle aree colpite

I vigili del fuoco di Valladolid, del team spagnolo di soccorritori arrivati in Turchia dopo il terremoto, hanno denunciato oggi al rientro che gli edifici vengono demoliti prima ancora che sia completato il recupero dei sopravvissuti. "Nel momento in cui abbiamo messo piede ad Adiyaman (una delle città più colpite dal sisma) l'idea con cui eravamo arrivati; è stata smantellata" ha detto uno di loro sottolineando la frustrazione per aver visto demolire interi edifici in cui potevano esserci centinaia di persone, in particolare uno in cui si sapeva che c'erano 180 abitanti e solo 10 sono stati salvati. La notizia riportata dalla Efe, se confermata, getta un'ulteriore ombra sul sistema dei soccorsi di Ankara. 
Ieri il Presidente turco Erdogan ha assicurato che le operazioni di “soccorso e ricerca” andranno avanti “fino a che non verrà estratto l’ultimo sopravvissuto dagli edifici crollati”. Non solo. Il presidente ha anche spiegato che sono “250mila i dipendenti pubblici impegnati nelle operazioni di salvataggio”. Operazioni che, ha proseguito, sono state “notevolmente ostacolate” dalle “condizioni meteorologiche” oltre che dalle difficoltà con “l’approvvigionamento idrico”. 
Secondo i dati forniti dal Presidente turco sono state estratte vive dalle macerie oltre 8mila persone e che oltre 81mila persone ferite nel sisma sono state dimesse dagli ospedali. Per il resto, continua ad essere aggiornato il numero delle vittime, che solo in Turchia - stando a quanto comunicato da Erdogan - hanno raggiunto quota 35.418.
La speranza di trovare sopravvissuti, pur affievolendosi ogni giorno che passa, non è ancora cessata. Anche ieri non sono mancati miracolosi salvataggi come quello di un uomo di 45 anni estratto vivo dalle macerie della sua abitazione dopo 207 ore dalla scossa di terremoto che ha distrutto AdÕyaman, nell’Anatolia sudorientale. 


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Allarme Siria
Drammatica è anche la situazione in Siria. Le ong che lavorano incessanti, comprese quelle internazionali, hanno chiesto "un urgente aumento del sostegno e un'azione immediata per garantire assistenza umanitaria alle popolazioni colpite dal terremoto in Siria. La risposta umanitaria deve corrispondere alla portata del disastro". A una settimana dal terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria, poiché "non sono state inviate attrezzature e capacità aggiuntive nella Siria settentrionale, le squadre di soccorso locali hanno potuto perlustrare - sostengono - solo il 5% delle aree colpite. I potenziali sopravvissuti intrappolati sotto le macerie del restante 95% non sono stati soccorsi in tempo. La comunità internazionale ha deluso il popolo siriano non reagendo abbastanza velocemente e non sostenendo le squadre di ricerca e soccorso". "Consapevoli che questa tragedia ha avuto un impatto sull'intera risposta umanitaria - aggiungono - esprimiamo la nostra profonda ammirazione e sostegno alle organizzazioni umanitarie, ai volontari e a tutti gli operatori umanitari sul campo che si stanno assumendo la risposta pur essendo essi stessi colpiti". L'Onu stima - ricordano - che oltre 6.500 persone siano state uccise e 10.000 ferite in tutte le aree della Siria. Milioni di persone hanno perso la casa e stanno vivendo un nuovo sfollamento dopo 12 anni di guerra e traumi. Le ong sono "estremamente preoccupate per il fatto che l'attuale livello di risposta nelle aree colpite della Siria non sia affatto vicino a quello necessario di fronte alla devastazione". "Ciò di cui c'è bisogno - sottolineano - è più assistenza, più accesso e più finanziamenti. Reindirizzare risorse e finanziamenti esistenti da altre parti della Siria non è la soluzione. Ciò metterà solo le comunità l'una contro l'altra, creerà più concorrenza per finanziamenti inadeguati, aumenterà le lacune nella risposta generale e annullerà i progressi vitali compiuti. Abbiamo bisogno di nuovi finanziamenti flessibili e immediati per raggiungere la comunità umanitaria il più rapidamente possibile". Le ong chiedono alla comunità internazionale "di stare al di sopra della politica, mettere al centro i principi umanitari e portare avanti un aumento urgente e immediato del sostegno umanitario per alleviare le sofferenze delle popolazioni colpite e sostenere coloro che le aiutano".

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