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"In risposta ai recenti disordini e al ferimento di 30 membri della Kosovo Force, la Nato ha disposto il dispiegamento delle Forze di riserva operativa (Orf) per i Balcani occidentali, pronte per l'impiego in sette giorni". Lo comunica l'Alleanza atlantica. “Il dispiegamento di ulteriori forze Nato in Kosovo è una misura prudente per garantire che la Kfor abbia le capacità di cui ha bisogno per mantenere la sicurezza, come previsto dal mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", ha spiegato l'ammiraglio Stuart B. Munsch, comandante dell'Allied joint force command di Napoli.
Quindici anni dopo la dichiarazione di indipendenza del Kosovo, la regione balcanica continua a essere epicentro di tensioni. L'ultima escalation di ieri - coi violenti scontri nel Nord tra manifestanti di etnia serba e polizia - ha le sue radici nelle elezioni locali del 23 aprile, quando sono andati al voto quattro comuni settentrionali dove la comunità serba rappresenta la maggioranza della popolazione; gli elettori serbi hanno però boicottato le urne, consentendo ai rappresentanti albanesi di assumere il controllo dei consigli locali. I disordini nella regione si sono intensificati dall'insediamento dei sindaci di etnia albanese, la cui autorità non è riconosciuta dai cittadini di etnia serba; questi ultimi sono scesi in piazza, chiedendo il ritiro dei primi cittadini, come pure delle forze speciali della polizia kosovara, inviate sul posto in previsione delle tensioni. Gli agenti di Pristina sono accusati di aver usato il pugno di ferro sui manifestanti e ieri le forze di interposizione Nato della missione Kfor sono intervenute per sedare gli scontri: 30 militari sono rimasti feriti, di cui 11 italiani e 19 ungheresi.

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