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La delegazione cinese ha precisato che Cina e India non sul punto riguardante l'"aggressione da parte della Federazione Russa contro l'Ucraina"


L’Assemblea generale dell'Onu ha approvato martedì una risoluzione relativa ai rapporti tra le Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa in cui si fa esplicito riferimento all’"aggressione della Federazione russa dell'Ucraina". Il via libera al testo della risoluzione (approvata la settimana scorsa con 122 voti favorevoli, 5 contrari e 18 astensioni) rappresenta un primo cambio di rotta diplomatico nella posizione di Delhi e Pechino nei confronti della guerra di Vladimir Putin in Ucraina. Un passo apprezzato dall'Alto rappresentante Ue Josep Borrell su Twitter. "Accogliamo con favore la risoluzione, che qualifica chiaramente la guerra contro l'Ucraina come 'aggressione da parte della Federazione Russa'", ha scritto Borrell su Twitter.

La risoluzione non riguardava in particolare la guerra in Ucraina, ma nelle premesse si legge che: "Considerando ugualmente che le difficoltà senza precedenti che l'Europa deve attualmente affrontare in seguito all'aggressione della Federazione russa contro l'Ucraina, e contro la Georgia in precedenza, e alla cessazione dell'adesione della Federazione russa dal Consiglio d'Europa, richiedono una cooperazione rafforzata tra l'Organizzazione delle Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa". Hanno votato contro Russia, Bielorussia, Siria, Nicaragua e Corea del Nord. Tra chi ha votato a favore ci sono anche Cina e India. Un voto inaspettato che, apparentemente, rappresenta l’apertura di una prima crepa nell'alleanza tra Vladimir Putin e i suoi partner più stretti. In realtà, però, come ha precisato la delegazione cinese alle Nazioni Unite, rispondendo a una richiesta di chiarimento presentata da "La Voce di New York", Cina e India hanno votato sì nel complesso alla risoluzione dal titolo "Cooperazione tra le Nazioni Unite e regionali e altre organizzazioni: cooperazione tra Nazioni Unite e Consiglio d'Europa" ma si sono astenute sul passaggio più delicato in cui si fa riferimento all'"aggressione da parte della Federazione Russa contro l'Ucraina", e "contro la Georgia prima di quella". La Cina ha votato a favore della Risoluzione nel suo complesso, seguendo il tradizionale atteggiamento di Pechino a sostegno delle Organizzazioni regionali. Fonti diplomatiche Onu precisano che "sarebbe stato grave" se la Cina avesse negato il voto al documento nel suo insieme solo per una frase inserita in un documento di dieci pagine. Il paragrafo che ha generato incomprensioni tra i media è il numero 9, a pagina 2, dove si afferma "riconoscendo anche che le sfide senza precedenti che l'Europa si trova ad affrontare a seguito dell'aggressione da parte della Federazione Russa contro l'Ucraina, e contro la Georgia prima di quella, e la cessazione come membro della Federazione Russa nel Consiglio d'Europa, chiede un rafforzamento della cooperazione tra Nazioni Unite e Consiglio d'Europa, in particolare in modo da ripristinare prontamente e mantenere pace e sicurezza basate su rispetto della sovranità, integrità territoriale e indipendenza politica di ogni Stato, assicura il rispetto dei diritti umani e della legge internazionale umanitaria durante le ostilità, provvede risarcimenti alle vittime e consegna alla giustizia tutti coloro responsabili di violazione alla legge internazionale". Questo paragrafo ha ottenuto 81 sì, 10 no e 48 astenuti, tra cui Cina, India e Brasile. La Russia ha votato no, così come Bielorussia, Iran, Siria, Sudan, Cuba e Corea del Nord. L'Italia, come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Ungheria e, naturalmente, Ucraina, è tra gli 81 Paesi che hanno votato sì. Il tweet con cui l'Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari esteri Josep Borrell aveva salutato il voto a favore della Risoluzione da parte di Cina e India, viene considerato come "tecnicamente" non corretto, perché i due Paesi in realtà si sono astenuti nel passaggio in cui si condanna la Russia a ruolo di aggressore. Il timore, adesso, è che, alla luce dei commenti ufficiali, Pechino e Delhi possano irrigidirsi ulteriormente in futuro.

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