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La premio Nobel vincitrice delle ultime elezioni: “Esorto la popolazione a non accettare il golpe”

Il segretario delle Nazioni Unite Guterres condanna l’insurrezione dei militari

I militari prendono nuovamente il potere con un colpo di Stato in Myanmar e depongono la presidente e premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi.
Dopo aver preso il controllo delle istituzioni le forze armate hanno promesso nuove elezioni nel Paese una volta superato lo stato d’emergenza di un anno proclamato a seguito del colpo di stato. “Stabiliremo una vera democrazia multipartitica”, hanno detto i militari in una dichiarazione pubblicata sulla loro pagina Facebook, aggiungendo che il potere verrà trasferito dopo “lo svolgimento di elezioni generali libere ed eque”. La leader della Lega nazionale per la Democrazia, Aung San Suu Kyi e altri esponenti del partito al governo, sono stati arrestati nelle ultime ore nel Paese, a seguito del golpe motivato dall’accusa di pesanti “brogli” elettorali.
La televisione locale ha annunciato questa mattina che l’esercito ha preso il controllo del Paese, con il passaggio di tutti i poteri al comandante in capo, il generale Min Aung Hlaing, uno dei principali responsabili delle persecuzioni della minoranza musulmana Rohingya. Suu Kyi ha chiesto alla popolazione del suo Paese di non cedere al golpe, in un disperato appello per rovesciare il tentativo delle forze armate di imporre quella che a suo dire sarebbe una nuova dittatura. “Esorto la popolazione a non accettare, a rispondere e a protestare con tutto il loro cuore contro il colpo di Stato dei militari”, ha detto Aung San Suu Kyi in una dichiarazione rilasciata a suo nome. Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha condannato "fermamente" il colpo di stato dell'esercito: "Questi sviluppi sono un duro colpo alle riforme democratiche in Birmania", ha aggiunto in una nota Guterres. "Le elezioni generali dell'8 novembre 2020 danno un forte mandato alla Lega nazionale per la democrazia (Nld), riflettendo la chiara volontà del popolo birmano di continuare sulla strada conquistata a fatica della riforma democratica", ha detto. Di conseguenza, i leader militari sono chiamati "a rispettare la volontà del popolo birmano e ad aderire a standard democratici, ogni controversia deve essere risolta attraverso un dialogo pacifico", ha detto nella sua dichiarazione.

Foto © Imagoeconomica

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