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da La Stampa
Dopo estenuanti dibattiti, rinvii e controversie interne e internazionali è giunto il verdetto del Palazzo di Vetro. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani perpetrati dal Myanmar (Birmania) contro la minoranza musulmana dei Rohingya, attuati con arresti arbitrari, torture, stupri e decessi in detenzione. E invita il governo del Paese del sud-est asiatico a combattere qualsiasi forma di incitamento all'odio contro tutte le minoranze.
Il documento, non vincolante, è stato approvato con 134 voti favorevoli su 193 Paesi rappresentati contro 9 no e 28 astensioni. La risoluzione ha tuttavia un respiro più ampio e prende in considerazione anche le minoranze etniche presenti in altri Stati della Birmania, come Kachin e Shan. Naypyidaw non considera i Rohingya una minoranza autoctona e nega loro anche il nome, ma li ritiene dei «migranti illegali», entrati dal vicino Bangladesh, dove oggi in campi profughi vivono circa 700 mila incalzati da una campagna militare che l'Onu ha condannato come «pulizia etnica». La Corte penale internazionale dell'Aja dell'Onu, su denuncia del Gambia, ha istruito un'inchiesta per «genocidio» nei confronti della Birmania. Alle quali ha risposto, negandole, la leader de facto birmana, Aung San Suu Kyi, già Nobel per la Pace, alla quale la comunità internazionale rimprovera un colpevole silenzio nei confronti delle azioni di militari del suo Paese contro la minoranza musulmana.

«Documento parziale»
L'ambasciatore birmano all'Onu, Hau Do Suan, ha definito il documento di condanna «un altro esempio di "due pesi e due misure", che applica principi sui diritti umani in modo parziale e discriminatorio» per «esercitare pressione politica non richiesta sulla Birmania». In realtà le azioni punitive dei militari birmani proseguono come testimoniano i Free Burma Rangers, un'organizzazione di volontari di tutto il mondo, birmani di diverse etnie, in particolare Karen, tra cui alcuni dei guerrieri che si sono battuti per anni contro la giunta militare birmana. Il suo fondatore, Dadiv Eubank, un ex militare americano delle forze speciali Rangers, racconta come le forze armate del Myanmar solo due giorni da abbiano proceduto al sequestro degli approvvigionamenti alimentari degli abitanti dei villaggi della Birmania orientale proseguendo le incursioni in violazione del cessate il fuoco. fra. sem.

Tratto da: La Stampa del 29 dicembre 2019

Foto © AP

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