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Gli agenti hanno fatto fuoco sulla folla, 12 i morti a Lagos

Sangue tra le strade di Lagos (Nigeria). Nella capitale economica del Paese martedì sera alcuni cittadini hanno manifestato contro gli abusi e le repressioni della polizia oltre che contro il sistema di governo. Gli agenti però sono intervenuti soffocando le proteste con la violenza. 12 i morti e centinaia i feriti tra i manifestanti che sono stati colpiti dagli spari della polizia. Dopo una lunga notte di violenze, il governo ha imposto un coprifuoco per contenere la rabbia popolare contro le uccisioni e gli arresti arbitrari dei quali è accusata l'Unità Speciale Antifurto, ora sciolta, della polizia nigeriana, ma la gente è scesa in piazza lo stesso.
Secondo testimoni oculari citati dal quotidiano 'Premium Times', almeno sette persone sono morte nella città di Lekki, dove l'esercito ha aperto il fuoco contro i dimostranti che avevano violato il coprifuoco. Altri testimoni hanno riferito al diario 'The Punch' di 29 morti (27 civili e due poliziotti) a Lagos per un totale di 49 in tutto il Paese.
Le proteste erano inizialmente esplose proprio contro l’uso della forza da parte delle Special Anti-Robbery Squad (SARS), unità da anni accusate di gravi violazioni dei diritti umani di cui i manifestanti chiedevano l’abolizione. Le contestazioni si sono però ampliate e i manifestanti hanno chiesto una più generale riforma del paese. Le manifestazioni vanno avanti da inizio ottobre al motto di “End Sars” e “Revolution now”. Secondo il New York Times, sarebbero portate avanti, diversamente rispetto al passato, da giovani della classe media, ben istruiti, delle città del sud e del centro del paese, e in condizioni generali migliori rispetto alle generazioni precedenti.
Il governatore dello Stato di Lagos Babajide Santo-Olu ha affermato che sono state ferite 25 persone di cui due sono in rianimazione, ma che non ci sono state vittime. Di tutt'altro parere è Amnesty International che, indagini alla mano, comunica “che l’esercito e la polizia della Nigeria hanno ucciso almeno 12 dimostranti pacifici ieri in due luoghi di Lagos”. Nelle ultime ore è giunta la notizia dell’attacco ad almeno due emittenti televisive nigeriane, Channels Television e Tvc, oscurate in seguito all’invasione delle rispettive sedi. Una, in particolare (Tvc) - un canale privato legato a un eminente politico locale, Bola Tinubu, legato al partito al governo - è stata data alle fiamme. Sui social sono stati postati video della repressione di martedì sera, che hanno documentato manifestanti in fuga dopo che la polizia ha aperto il fuoco su cortei di centinaia di persone, scene da panico, feriti a terra e ambulanze bloccate. Immagini che diventate virali in poche ore, scatenando denunce, condanne e appelli anche da star della musica, del cinema, dello sport, politici e attivisti, anche all’estero.

Foto © AP Photo/Nardus Engelbrecht

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