Dopo lo scandalo sulle infiltrazioni mafiose che ha travolto il sindaco Sanguineti, il consigliere Talerico e l'ex parlamentare Udc Mondello, dieci tra assessori e consiglieri hanno rassegnato le dimissioni
Dopo lo scandalo sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel Comune di Lavagna e l’inchiesta della Dda che ha portato all’arresto del sindaco, Giuseppe Sanguineti, ai domiciliari per abuso d’ufficio insieme con il consigliere comunale con delega al Patrimonio, Massimo Talerico, e l’ex parlamentare Udc Gabriella Mondello, la maggioranza ha deciso di dimettersi in massa, destinando di fatto il consiglio Comunale allo scioglimento.
Nel pomeriggio di ieri il vicesindaco Luigi Barbieri (anche lui indagato nell’ambito dell’inchiesta), gli altri membri della giunta e i consiglieri di maggioranza si sono presentanti in Comune rassegnando le dimissioni: dieci in totale i dimissionari, gli assessori Nicoletta Rebori, Annabella Vattuone e Danilo Bersaglio, e i consiglieri comunali Nicola Schiaffino, Alex Scardavilli, Valeria Iacone, Luca Di Capita, Anna Vagge, Federica Bartolini Salimbeni. Il Comune va dunque verso il commissariamento, mentre le nuove elezioni sono fissate per il 2017.
"Quello che è successo ci ha sconcertato, disorientato e rattristato - ha spiegato la Rebori, approdata a Palazzo Franconia con la lista Movimento per Lavagna davanti ai colleghi al momento delle dimissioni - Non possiamo portare avanti un compito già oneroso che abbiamo cercato di svolgere al meglio e rimettiamo il mandato condiviso con gli elettori".