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Istituito stato d’emergenza, sarà esteso per un mese in tutto il Paese

L'ex presidente peruviano Pedro Castillo rimane in custodia con le accuse di ribellione e cospirazione. La Corte suprema ha respinto il suo appello per la scarcerazione. Una decisione che potrebbe ulteriormente infiammare violente proteste in tutto il paese, dove le persone hanno chiesto la libertà di Castillo, le dimissioni del suo successore e l'immediata programmazione delle elezioni generali per scegliere un nuovo presidente e sostituire tutti i membri del Congresso. Secondo il giudice Cesar San Martin, l'annuncio televisivo di Castillo di aver sciolto il Congresso con decreto presidenziale non è stato "un mero atto verbale, ma l'espressione concreta di una volontà di alterare il sistema costituzionale e la configurazione dei poteri pubblici".

Domani, alle 8,30 locali (le 15,30 italiane) è prevista l'udienza riguardante una richiesta della Procura di un periodo di 18 mesi di custodia cautelare per l'ex presidente, come riferisce la radio RPP di Lima. L'ex capo dello stato finisce di scontare oggi un periodo di carcerazione preliminare di sette giorni ma pare, sostiene l'emittente, che la legge in questi casi permetta di prolungarla eccezionalmente fino ad altre 48 ore. Il rinvio è stato determinato dall'improvvisa decisione dell'avvocato di Castillo di dimettersi. Il nuovo legale scelto ha quindi chiesto tempo per acquisire la documentazione necessaria per assumere la difesa dell'ex capo dello stato. Da parte sua Castillo aveva dato appuntamento ai suoi sostenitori alle 13,43 (le 20.43 italiane) davanti alla sede della polizia (Diroes) del distretto di Ate, al momento del suo auspicato rilascio per scadenza dei sette giorni previsti di carcerazione preliminare per "un grande abbraccio". Ma non si sa se questo, dati i presupposti, potrà avvenire.

Intanto il governo del Perù ha dichiarato lo Stato di emergenza in tutto il paese affermando che durerà per 30 giorni. Manifestazioni, scontri fra dimostranti e polizia e blocchi stradali interessano 13 delle 24 regioni del Paese. Da domenica si sono registrati sette morti e molte decine di feriti, tra civili e polizia.

Foto: it.depositphotos.com

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