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Ieri si è tenuto il convegno online sull'ergastolo ostativo organizzato da Unicost.
Ad intervenire anche Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, che ha affermato: "E' inevitabile e giusto il superamento dell'ostatività assoluta e sui principi costituzionali bisogna rifiutare ogni forma di divisione, ma occorre tenere presente che il carcere per le organizzazioni mafiose e terroristiche è il luogo di ordinaria espressione della vitalità dei legami criminosi. E' il luogo in cui si misura l'affidabilità degli affiliati, la caratura, si selezionano le leadership. E' luogo di ordinaria operatività delle organizzazioni. Per questo la debolezza delle funzioni di controllo e di trattamento nel circuito dell'alta sicurezza dovrebbe indurre a un serio potenziamento delle risorse per l'amministrazione penitenziaria e invece oggi si ipotizzano riduzioni". 
"Il carcere non restituisce informazioni, e sarebbe complicato chiedere alla polizia penitenziaria o agli educatori di esporsi indicando profili di emersione della caratura criminale di un detenuto, sono elementi che nessun magistrato di sorveglianza si è mai trovato in un suo fascicolo per iniziativa dell'amministrazione penitenziaria. C'è la necessità di acquisire dati sulle condotte in carcere per questo - ha spiegato, ribadendo quanto già evidenziato nell'audizione in commissione al Senato - serve potere avere accesso agli applicativi del ministero della Giustizia per incrociare i dati". Con le nuove norme, è infine l'auspicio di Melillo, "i magistrati sono chiamati a occuparsi maggiormente di carcere e questa maggiore attenzione determinerà un rafforzamento del contrasto a mafia e terrorismo".

Foto © Imagoeconomica

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