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«Non entro nel merito del processo e dei contenuti della testimonianza di Abbatino, mi limito a rilevare che lo Stato ha prima liquidato un collaboratore di Giustizia togliendogli la protezione, negandogli nuove generalità e la sicurezza di una località protetta e poi pretende di richiamarlo a testimoniare in un processo cruciale per la storia italiana senza però curarsi di proteggerlo». Lo dichiara Piera Aiello, deputata e prima testimone di giustizia sotto scorta per minacce mafiose eletta in Parlamento. «Abbatino tra l’altro è gravemente malato e come molti altri collaboratori nelle sue condizioni, teme di farsi curare perché non sufficientemente protetto. Lo Stato gli ha tolto la protezione nel 2015, liquidandolo con una cifra ridicola, senza dargli la possibilità di rifarsi una vita con un nuovo nome e lasciandolo in balia delle vendette di potenti Gruppo criminali. E ora vuole sfruttarlo ancora senza concedergli un briciolo di tutela. Il sistema così non funziona. Testimoni e collaboratori sono una risorsa per arrivare alla verità non un costo. Se continueremo a trattarli come un capitolo di spesa ingombrante i processi più importanti di questo Paese non andranno avanti».

Foto © Imagoeconomica

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