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di AMDuemila
Colpo di scena nel processo disciplinare davanti al Consiglio superiore della magistratura nei confronti di Cosimo Ferri. Questa mattina il collegio ha deciso di sospendere il procedimento e trasmettere gli atti alle sezioni unite civili della Cassazione. Questa la decisione presa dal collegio che, al Csm, era chiamato a decidere sulle istanze di ricusazione presentate dalla difesa di Ferri, magistrato in aspettativa e deputato di Italia Viva, nei confronti del quale la procura generale della Suprema Corte ha formulato incolpazioni nel procedimento disciplinare sul cosiddetto 'caso procure'.
Le sezioni unite dovranno, in particolare, pronunciarsi sulla terza istanza di ricusazione presentata da Ferri e riguardante i laici Stefano Cavanna (Lega) e Michele Cerabona (Forza Italia), i due membri del collegio dedicato alle ricusazioni che erano già in carica al Csm alla data del 9 maggio 2019, quando ci fu la riunione notturna all'hotel Champagne che è al centro del procedimento disciplinare.

Già lo scorso 28 luglio, durante l'udienza a porte chiuse, l'eventualità dell'invio degli atti alla Suprema Corte era stata prospettata. Una strada individuata sulla base di un solo precedente, risalente al 1985, che è stata condivisa dal collegio di Palazzo dei Marescialli con l'ordinanza notificata oggi alla difesa di Ferri. Le prime due ricusazioni, una risalente al 30 giugno scorso e l'altra al 20 luglio, riguardano invece tutti i consiglieri in carica al 9 maggio 2019, nonché la togata di Area Elisabetta Chinaglia per alcune sue dichiarazioni rilasciate prima della sua elezione al Csm. In via subordinata, la difesa di Ferri ha chiesto anche di trasmettere gli atti alla Corte costituzionale sollevando questioni di legittimità del decreto legislativo del 2006 in materia di illeciti disciplinari, nel punto in cui non prevede la "sospensione" del procedimento disciplinare nel caso in cui il giudice sia anche "soggetto passivo" delle condotte contestate o quando l'intero collegio disciplinare venga ricusato.

Fonte: AGI

Foto © Imagoeconomica

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