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de raho eurojust c imagoeconomica

De Raho, criminalità da contrastare all'estero

di AMDuemila
Roma. Nel 2018 l'agenzia europea Eurojust che opera sul fronte della cooperazione giudiziaria per il contrasto del terrorismo e della criminalità organizzata, ha trattato oltre 3000 nuovi casi. Alto e in aumento l'apporto del desk italiano dell'agenzia, con 322 casi, quota triplicata rispetto ai 99 del 2015. Quanto emerso nel corso della presentazione del rapporto Eurojust svoltasi a Roma nella sede della Direzione nazionale antimafia. Alla presentazione hanno preso parte il vice presidente di Eurojust Filippo Spiezia, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho, il pg della Cassazione Riccardo Fuzio. Bonafede ha insistito sulla necessità di "rafforzare il desk italiano presso Eurojust". "Il procuratore europeo non sarà italiano - ha detto Bonafede a margine - E' la constatazione di un fatto che ho criticato molto. C'erano dieci nomi di cui quattro italiani di magistrati di un peso rilevantissimo per la loro esperienza. Abbiamo criticato le procedure cui si è arrivato all'individuazione dei tre nomi in cui non c'è un magistrato italiano. Abbiamo fatto presente che questo è stato un primo passo falso nella costituzione di un organo, la Procura europea, che è molto importante". "Serve totale trasparenza - ha aggiunto - su nomi e competenze, tenendo conto che la competenza dei magistrati italiani sul fronte della criminalità organizzata è tra le più alte a livello internazionale". "E' rilevante - ha detto de Raho a proposito del ruolo di Eurojust - il contrasto alle organizzazioni mafiose italiane che si proiettano all'estero, in particolare centro ed est Europa, per il quale diventa importante condividere i dati investigativi. Ormai bisogna intervenire in porti quali quelli di Amsterdam, Rotterdam, Anversa e diventa centrale la collaborazione con le altre magistratura a livello europeo".

Foto © Imagoeconomica

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