Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

dambrogio-alessandrodi AMDuemila - 18 marzo 2015
Palermo. Il gup Roberto Riggio di Palermo ha condannato complessivamente a oltre 230 anni di reclusione 29 dei 30 imputati del cosiddetto processo Alexander, atto d'accusa contro mafiosi ed estortori del clan di Porta Nuova.
La pena più alta, 20 anni, è toccata al boss Alessandro D'Ambrogio mentre l'unico assolto è stato Alfredo Geraci.
Gli avvocati Jimmi D'Azzò e Giovanni Castronovo hanno chiesto, prima del ritiro del giudice per emettere la sentenza, che non venissero liquidati i danni a Confcommercio in quanto la procura speciale rilasciata per la costituzione di parte civile dell'associazione era stata firmata dall'allora presidente Roberto Helg, recentemente arrestato per estorsione. Secondo i difensori sarebbero quindi venuti meno i requisiti morali per chiedere il danno. Tesi però non accolta dal giudice.
Il processo, istruito dai pm Caterina Malagoli e Francesca Mazzocco, nasce da un'inchiesta che, nel 2013, disarticolò il clan guidato da Alessandro D'Ambrogio, 41 anni, detto 'u nico' (il piccolo ndr). Dall'indagine emerse che il boss era il dominus incontrastato degli affari della cosca ed ogni business criminale passava per le sue mani. Il controllo del territorio e degli affiliati che esercitava era tale che per un suo veto nessun uomo d'onore partecipo' al matrimonio della figlia di un mafioso con il figlio di un esponente delle forze dell'ordine. Anche il giro e la gestione del racket era sua - a raccontarne il ruolo una delle vittime che ha denunciato - sua la decisione di tornare a occuparsi di droga per sopperire ai magri guadagni derivanti dal pizzo. Il mandamento da lui guidato, è emerso dall'inchiesta, aveva stretto alleanze con altri clan cittadini e con le cosche di Trapani per acquistare grossi quantitativi di stupefacente. Cosa nostra esercitava un controllo capillare delle piazze dello spaccio e cercava di stabilire canali diretti con i paesi produttori di cocaina.

Fonte ANSA

FOTOGALLERY by palermo.gds.it
Condanne al processo del clan di Porta Nuova, tutti i nomi e le foto

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos