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grasso-piero14 dicembre 2012
Roma. Così il procuratore nazionale antimafia, sentito dall'Adnkronos, a proposito del parere negativo, espresso dal ministero dell'Economia sulla proroga per i dipendenti distaccati. Chiede allora l'inserimento di un "emendamento nella legge di Stabilità"
"Togliergli i lavoratori significa fermare l'Agenzia, bloccarne l'attività: questo non è neanche un rischio, è una certezza". A lanciare l'allarme è il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, sentito dall'Adnkronos sul parere negativo, espresso dal ministero dell'Economia sulla proroga per i dipendenti distaccati presso l'Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali mafiose. "Il problema è che l'accelerazione di fine legislatura ha creato questo tipo di problemi. Servirebbe un decreto legge, ma non credo che questo sia un momento adatto per farlo. Ma così - ribadisce il procuratore nazionale antimafia - l'Agenzia non può funzionare, se i suoi lavoratori vengono restituiti al loro ufficio di appartenenza".
Ma c'è ancora modo di rimediare? "So che era pronto il progetto di decreto, condiviso dal ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, per essere varato dal governo - risponde Grasso -. Ora, credo si possa rimediare soltanto inserendo un emendamento nella legge di Stabilità, sperando che siano tutti d'accordo, politicamente".

Adnkronos/Ign

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