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16 novembre 2011
Palermo. È stata depositata, dopo oltre un anno, la corposa consulenza disposta dalla Procura di Palermo sul patrimonio del pentito Giovanni Brusca, finito sotto inchiesta, a causa di alcune intercettazioni in carcere, per riciclaggio, fittizia intestazione di beni e tentata estorsione aggravata. Gli esperti incaricati dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dal pm della Dda Francesco Del Bene, hanno ricostruito la situazione bancario-patrimoniale del collaboratore di giustizia che, secondo gli inquirenti, violando le regole imposte ai pentiti, avrebbe continuato ad accumulare e gestire un enorme tesoro, sottratto alla confisca, attraverso intestazioni a prestanomi. Durante l'indagine, che coinvolse anche alcuni familiari di Brusca, in casa della moglie del pentito vennero trovati 200mila euro in contanti. Frutto di risparmi leciti, si difese l'indagato. Proprio per accertate se i beni e il denaro di cui risultano titolari il collaboratore e la consorte sono proporzionali ai redditi leciti della coppia la Procura dispose la consulenza che, però, non sarebbe arrivata a conclusioni certe. I pm, insomma, dovrebbero disporre ulteriori accertamenti anche per decidere se chiedere o meno la revoca del programma di protezione per l'ex capomafia.

ANSA

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