di RQuotidiano
“Mi inginocchio per chiedere tre lire!”. Così il deputato di Forza Italia, Diego Sozzani, per il quale i magistrati milanesi hanno già chiesto alla Camera l’autorizzazione all’arresto per finanziamento illecito, esprimeva con Nino Caianiello, ex esponente del partito di Silvio Berlusconi a Varese e presunto “grande manovratore” di un sistema di tangenti e nomine pilotate svelato dal blitz del 7 maggio, tutta la sua delusione per le “difficoltà” che incontrava nel trovare “soldi” per la campagna elettorale. L’intercettazione ambientale, contenuta nelle centinaia di pagine depositate dai pm Bonardi, Furno e Scudieri e dall’aggiunto della Dda Dolci, risale al 12 aprile scorso, quando il parlamentare, che rischia di finire ai domiciliari, e il presunto “burattinaio”, già in carcere, erano al ristorante “da Berti” a Milano, quella “mensa dei poveri”, come la chiamavano gli indagati. Fin qui 43 misure cautelari, tra cui gli arresti di Pietro Tatarella e Fabio Altitonante, e più di cento indagati, tra cui l’eurodeputata Lara Comi. Sozzani e Caianiello parlavano, tra l’altre cose, dell’impegno per sostenere Tatarella, finito però in carcere prima delle Europee. Sozzani si lamentava: “Sto cercando i soldi perché è fatica, credimi!”.
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