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soldi-50e29 agosto 2013
Palermo. "La barbara morte di Libero Grassi doveva segnare l'avvio di una nuova coscienza civile ed, invece, e' rimasta solo uno stimolo per pochissimi imprenditori coraggiosi. Dopo 22 anni in Sicilia il racket delle estorsioni dilaga e la gente continua a dividere il proprio reddito con i mafiosi. Connivenza? No, ma diffusa convinzione che lo Stato non offra ancora sufficienti garanzie di tutela".

Lo ha dichiarato Nello Musumeci, presidente della commissione Antimafia dell'Assemblea regionale siciliana, nel 22esimo anniversario dell'uccisione per mano mafiosa dell'imprenditore antiracket, Libero Grassi. "Se la giustizia penale va a passo di lumaca, se la certezza della pena a carico di un delinquente resta una chimera, se un'azienda confiscata alle cosche e' costretta poco dopo a chiudere, se un'impresa deve aspettare un anno per avere dalla prefettura un certificato antimafia - ha aggiunto -, e' facile capire perche' ancora tanta diffidenza nei confronti dello Stato e la scelta, sbagliata ma comprensibile, di pagare e tacere. Niente retorica, dunque, in questo triste giorno di ricorrenza, ma serena consapevolezza che tanta strada resta ancora da fare".

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