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5 novembre 2012
Palermo. "Non mi pento di nulla di tutto ciò che ho fatto nei processi importanti in questi venti anni, e non ho nulla da rimproverarmi neppure sulla vicenda della trattativa che ha portato al conflitto d'attribuzione sollevato dal Quirinale nei confronti della Procura di Palermo. Anzi, c'è stato un tale eccesso di cautela che è esattamente il contrario: sono state ingenerose le accuse che abbiamo subito in questi mesi". Lo ha detto all'Adnkronos il Procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia alla vigilia del suo viaggio verso il
Guatemala dove svolgerà un incarico per conto dell'Onu.
Ma Ingroia ammette poi che qualcosa di cui si è "pentito" nella sua carriera c'è. Anzi, due:"forse si poteva impostare diversamente il capo di imputazione del cosiddetto 'Dell'Utri bis'. Il tentativo di inquinamento probatorio da parte di Dell'Utri era stato gravissimo.
Infine, c'è un caso minore, l'omicidio di un oscuro benzinaio a Marsala che aveva lasciato un messaggio cifrato. Io ero all'inizio della mia carriera. Penso che si potesse capire chi poteva averlo ucciso. E' rimasto un cruccio in questi vent'anni, probabilmente l'assassino l'ha fatta franca...".

ADNKRONOS

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