24 gennaio 2012
Palermo. Gian Giacomo Ciaccio Montalto appartiene a quella lunga schiera di uomini uccisi per aver intuito e denunciato i rapporti di Cosa Nostra con le istituzioni deviate e la politica. Aveva solo 41 anni quando fu crivellato di colpi in auto, per strada, da solo. All’inizio degli anni ottanta, a Trapani, dove Ciaccio Montalto svolgeva servizio, si diceva che la mafia non esistesse e quel brillante e giovane magistrato era privo di scorta e di blindata. Invece la mafia c’era e Ciaccio Montalto, pochissimi giorni prima di essere trasferito alla procura di Firenze, fu assassinato per aver indagato sui clan trapanesi dediti al traffico di droga, al commercio di armi, agli appalti per la ricostruzione del Belice, alle frodi. Oggi ricordarlo è un dovere morale, così come è un dovere morale onorarne la memoria denunciando quei rapporti mafia-politica che ancora oggi tengono sotto scacco il nostro Paese e lo condannano a essere schiavizzato dai sistemi criminali”.
Lo ha detto l’europarlamentare e responsabile nazionale del Dipartimento di Italia dei Valori Sonia Alfano, ricordando l’anniversario della morte di Gian Giacomo Ciaccio Montalto, sostituto procuratore della Repubblica di Trapani, assassinato dalla mafia il 25 gennaio del 1983.