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Il gruppo Agende Rosse “Giovanni Falcone e Paolo Borsellino” di Bisignano (Cs) esprime totale vicinanza al Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri che, con la “bocciatura” del Csm per il posto di Procuratore Nazionale Antimafia, diviene un bersaglio maggiormente esposto, colpito da un certo tipo di stampa e isolato da una parte dei suoi colleghi.
A capo della PNA è eletto Giovanni Melilli, ormai ex procuratore capo di Napoli e già capo di gabinetto del ministro della giustizia Orlando, con i voti dei 5 consiglieri di Area, dei due professori indicati dal M5S, del laico di Forza Italia, dei tre i consiglieri di Unicost e dei due capi della Cassazione.
Per Gratteri votano quattro esponenti di Autonomia e indipendenza, cioè Nino Di Matteo, Sebastiano Ardita, Giuseppe Marra e Ilaria Pepe, i due laici indicati dalla Lega e Fulvio Gigliotti.
Ancora una volta, in seno al Csm, vince il correntismo, la politica, gli interessi soprattutto sull’aberrante riforma della giustizia che presto entrerà in vigore e sarà una manna dal cielo per i mafiosi ed i colletti bianchi collusi con essa.
Nicola Gratteri viene bocciato, quindi isolato, dal Consiglio Superiore della Magistratura esattamente a 34 anni dalla bocciatura di Giovanni Falcone alla carica di nuovo consigliere istruttore di Palermo, il magistrato che doveva raccogliere il testimone di Antonino Caponnetto, capo del pool antimafia, posto che a Falcone allora, come a Gratteri adesso, spettava di diritto morale. La bocciatura di Gratteri, costantemente sotto attacco mediatico e di cerca politica, contribuisce a renderlo bersaglio sovraesposto proprio come avvenne per il dott. Falcone: la mafia uccide i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.
La gravità di questa scelta alla PNA, il terribile segnale che è stato dato, si percepisce bene dalle parole di ieri, precedenti alla votazione, del giudice Di Matteo: «Gratteri è negli ultimi anni particolarmente sovraesposto e particolarmente a rischio per la propria vita. La criminalità organizzata ne percepisce l’azione come ostacolo concreto e immanente. In questa situazione temo che una scelta diversa suonerebbe come una sorta di bocciatura dell’operato di Gratteri: non verrebbe compresa dall’opinione pubblica e agli occhi dei mafiosi risulterebbe come una pericolosa presa di distanza istituzionale di un magistrato così esposto. Dobbiamo avvertire la responsabilità di non cadere in questi errori che hanno pericolosamente marchiato il Csm e creato le condizioni di isolamento, terreno più fertile per omicidi e stragi».
Il nostro appello a tutti voi che leggerete questo comunicato è di sentire addosso il peso, la pericolosità, le terribili conseguenze che avrà questa bocciatura sulla persona di Gratteri. Dobbiamo prenderci la responsabilità di proteggere chi, da sempre, cerca di proteggere noi! Adesso più che mai, adesso che è attaccato da media e stampa, lasciato solo da gran parte dei suoi colleghi, debole agli occhi della mafia, tocca a noi fare da scudo a Nicola Gratteri! Il giudice Falcone venne ucciso quando rimase da solo, le condizioni erano uguali a quelle di Gratteri adesso, ma nel 1992 l’opinione pubblica era distratta, disattenta, impaurita. Resta a noi scegliere: cosa vogliamo fare? Vogliamo farci trovare di nuovo impreparati, vogliamo piangere sulle tombe di chi è morto anche per colpa nostra e poi fare fiaccolate, manifestazioni e parate in grande stile? Oppure vogliamo reagire, ribellarci, far sentire la nostra voce e il nostro sostegno?
Crediamo sia arrivato il momento di schierarci in modo netto, prendere posizione, quando si tratta di mafia non esiste il grigio, esistono il nero o il bianco. E se sceglierete di voltarvi dall’altra parte, se sceglierete di mandare Gratteri in una guerra solitaria, il 23 maggio evitate di fare memoria di Falcone, la memoria sterile è un inutile ricordo e, ricordare, senza provare a cambiare il corso della storia, non serve a nessuno!
Stringiamoci attorno a lui, siamo noi la scorta civica di Nicola Gratteri.

Foto © Davide de Bari

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