Tra i primi della lista che la cosca Crea di Rizziconi (Reggio Calabria) voleva uccidere per vendetta contro Girolamo Biagio Bruzzese (pentito che aveva additato i vertici dell’organizzazione) non c’era Marcello Bruzzese, ma qualcun altro della sua famiglia.
E’ questo che emerge dalle indagini dei carabinieri del Ros coordinate dalla Procure distrettuali antimafia di Ancona e Reggio Calabria. Nel mirino ci sarebbe stato qualcun altro della famiglia di Bruzzese, che ormai viveva da anni sotto protezione a Pesaro. Cosa e perché li abbia fatti poi dirottare proprio sul 51enne, ucciso con venti colpi di pistola il 25 dicembre del 2018, a pochi passi dall'abitazione di via Bovio dove era arrivato in auto è ancora al vaglio degli inquirenti. Per un anno i tre sottoposti a fermo all'alba di ieri, Francesco Candiloro, 42 anni e Michelangelo Tripodi, 43 anni (autori materiali del delitto), e il loro complice Rocco Versace, 54 anni, hanno fatto base nel Riminese. Li' andavano sicuramente a dormire per non dare nell'occhio. Per gli spostamenti con le targhe delle auto clonate hanno utilizzato una Fiat 500L e una Fiat Panda, attualmente introvabili. Entro giovedi' sono previste le convalide dei fermi che saranno attuate nelle Procure dove ricadono le carceri in cui sono reclusi: Brescia, Vibo Valentia e Palmi (Reggio Calabria). I tre sono accusati di omicidio premeditato aggravato dall'associazione mafiosa, porto e detenzione illegale di armi.
'Ndrangheta: i boss avevano un altro obiettivo prima di Marcello Bruzzese
- Dettagli
- AMDuemila