L'idea è semplice: riutilizzare socialmente i beni sottratti alla mafia riproducendo in Argentina il modello italiano. Questo l'obiettivo del progetto finanziato dall'Unione Europea e guidato dall'Associazione italiana "Libera" illustrato a Buenos Aires dal responsabile per l'Argentina, il giudice federale Sebastian Casanello. "Occorre passare dalla semplice confisca del bene, risultato dell'azione della giustizia, al bene comune ovvero a una partecipazione piena della società civile, soprattutto di quella più vulnerabile" ha dichiarato il giudice Casanello che ha sottolineato che "quella italiana è una storia di successo e fonte di ispirazione per gli altri paesi e in particolare per l'Argentina". Vincitore tra oltre 400 candidati, il progetto "Bene restituito - per lo smantellamento patrimoniale del crimine organizzato e il rafforzamento della società civile" ha ottenuto l'appoggio dell'Unione europea e oggi promuove un cambiamento culturale e normativo in Argentina rispetto all'impiego sociale dei beni confiscati al crimine organizzato. "La diplomazia della legalità e la collaborazione contro il crimine transnazionale è una priorità dell'Italia anche in Argentina" ha commentato l'ambasciatore italiano a Buenos Aires Giuseppe Manzo. La presentazione del progetto è avvenuta nella puntata settimanale di "Italianisimo", il programma di diplomazia pubblica realizzato dall'Ambasciata italiana a Buenos Aires all'interno della trasmissione "Sabado Tempranisimo" condotta dal popolare giornalista e commentatore Marcelo Bonelli che ogni sabato registra uno share di oltre il 50 per cento.

Italia-Argentina: ''Libera'' esporta il modello italiano di riutilizzo dei beni confiscati alla mafia
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