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klaus davi c ansa 3Assunto a tutti gli effetti, uno dei più importanti collaboratori di giustizia, in accordo con la DDA di Reggio Calabria e il Ministero degli Interno. L’uomo, sotto rigida protezione, vive in una località segreta ma è parte integrante dello staff del massmediologo. A Reggio Calabria Web spiega le ragioni di una scelta sicuramente non consueta e rischiosa...

Klaus Davi da un anno per lei lavoro un importante pentito che ha fatto arrestare decine di mafiosi. Come è potuto accadere?
Lui mi ha scritto una lettera nel dicembre 2016. E’ stato molto garbato e mi ha raccontato la sua vita. Abbiamo familiarizzato e alla fine gli ho offerto un lavoro.

Una operazione rischiosa anche per lei?
E’ stato possibile con tutti i controlli delle autorità. In primis la DDA , il Ministero degli Interni, il Nucleo Operativo di Protezione, la Procura Anti Mafia.

Cosa fa per la sua agenzia di comunicazione?
Ci aiuta in tutto il lavoro di back office dedicato ai nostri clienti italiani e nella campagna di comunicazione che faremo per sostenere il Made in Italy.

Però non lavora con voi?
No, da una località segreta.

Lei ha messo in relazione le lettere anonime che riceve con questa scelta che in Calabria ha fatto scalpore...
Certo che ha fatto scalpore. Ma io me ne frego e vado avanti. Non mi interessa di essere popolare fra i mafiosi. L’odio e le minacce di morte scaturiscono da questa scelta.

Come se lo spiega?
I mafiosi sono felici quando si parla di antimafia foraggiata dallo Stato. Quando una ci mette i propri soldi, non hanno più argomenti.

L’ha mai incontrato?
Si, una una questura sperduta di Italia. E stato un bellissimo momento. E’ gente che paga prezzi altissimi, non dimentichiamolo mai.

Continuerà il suo impegno antimafia?
Certo. Vorrei produrre un format sulla ‘Ndrangheta. 

Soddisfatto?
Certo. Ho pagato di tasca mia, ho fatto lo Stato. Io sono un piccolissimo artigiano della comunicazione. Spero che qualche colosso mi segua. Ringrazio Massimo Giletti che mi ha sempre sostenuto, i procuratori Federico Cafiero de Raho e Gaetano Paci che hanno seguito e consentito questa complicata operazione.

reggiocalabriaweb.it

Foto © Ansa

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